Cronisti ribelli che fanno gossip in ogni dove nel Palazzo, anzi nel luogo sacro. E’ così che definisce il Parlamento, Beppe Grillo che ieri in un post sul suo blog lo ha paragonato al Tempio di Gerusalemme citando un passo del Vangelo secondo Giovanni. Come se non fosse stato già chiaro e limpido l’odio del leader M5s nei confronti dei giornalisti «gossippari» e «pennivendoli». «I giornalisti – scrive sul suo blog – non possono infestare Camera e Senato e muoversi a loro piacimento. Vanno disciplinati in spazi appositi, esterno al Palazzo». L’Ordine dei Giornalisti del Lazio risponde secco: «La stampa non può subire intimidazioni da parte di alcun partito o schieramento politico, nè limitazioni che possano tradursi nella riduzione degli spazi di libertà e della conoscenza dei fatti».
Grillo e la propaganda fascista. Il «sacro Parlamento» viene quindi deturpato e «sconsacrato ogni secondo» dai «mercanti di parole rubate» che sono solo alla ricerca del «titolo scandalistico». L’accento che pone il leader allude alla propaganda fascista. E, tra l’altro, Grillo non nasconde questo suo ammiccamento a Mussolini e al Minculpop visto che ha titolato il suo articolo «Taci, il giornalista ti ascolta», rifacendosi al celebre motto della propaganda del “ventennio”: «Tacete, il nemico vi ascolta». E come se non bastasse, come foto allega il manifesto di Boccasile per il ministero della Guerra fascista. Un soldato che origlia paragonato ai giornalisti alla «ricerca del sussurro captato dietro a una porta chiusa».
Le reazioni. Imbarazzati molti parlamentari del MoVimento 5 Stelle che hanno, invece, buoni rapporti con i cronisti. E Tommaso Currò appare molto critico: «E’ la stampa che deve controllare i politici, non il contrario». Ma Laura Castelli lo difende così: «Grillo, come noi chiede che i giornalisti stiano nei luoghi deputati a fare informazione e non a origliare dietro le porte dei bagni». E la stampa protesta e chiede di abbassare i toni. L’Associazione stampa parlamentare dice «no ai toni intimidatori». Mentrela Fnsi: «Grillo vuole un’informazione fatta di veline e Minculpop». Intanto l’Ordine dei giornalisti del Lazio, in un post su Facebook solidarizza con tutti i cronisti che lavorano in Parlamento e con tutte le sedi istituzionali del Paese, «informare i cittadini, garantendo il loro diritto ad un’informazione libera e corretta». L’Ordine respinge quindi «l’ennesimo attacco di Beppe Grillo». E replica così: «Proprio lui che con il suo movimento ha chiesto ripetutamente la trasparenza dei lavori parlamentari, introducendo per la prima volta lo strumento della diretta streaming».
Sara Stefanini