Beppe Grillo farà parte della delegazione del Movimento 5Stelle che domani incontrerà Mario Draghi per le consultazioni sul nuovo governo.
La situazione nel M5S è in rapido mutamento, se inizialmente la maggioranza sembrava inamovibile sul no, ora qualcosa sembra cambiato. Preso tra due forze centrifughe, Grillo, ora deve gestire una scelta delicatissima.
Da una parte la corrente più giacobina, purista, intransigente guidata da Di Battisia che non vuole collaborare con l’ex presidente della Bce, rappresentante a suo dire di quell’élite finanziaria tanto osteggiata inizialmente dal Movimento. Dall’altra l’ala “governista” di Di Maio, invece, pare intenzionata ad aprire un dialogo volto al sostegno di un esecutivo guidato da Draghi.
Questa posizione è stata poi ulteriormente rinforzata dalla posizione del premier dimissionario Giuseppe Conte che nella giornata di ieri ha pronunciato un discorso chiaro in Piazza Colonna. L’ex premier non solo non ha posto alcuna riserva, invitando il Movimento a fare lo stesso, ma si è dimostrato disponibile a appoggiare il nuovo governo, a patto che si tratti di un governo “politico” e non tecnico come auspicato dalle parole del capo di Stato Mattarella.
Ciò che ha reso molto più repentino il cambio di idee all’interno del Movimento pare essere stata una lunga chiamata di Draghi a Grillo. Come riportato oggi dal Fatto Quotidiano, dopo l’incontro con Giuseppe Conte, il premier incaricato ha cercato consensi nel partito con la maggior rappresentanza parlamentare parlando “per due ore al telefono” proprio con il deus ex machina pentastellato.
Nel lungo colloquio Draghi pare aver fatto un’ottima impressione. “Mi è quasi sembrato di aver parlato con uno di noi” ha commentato Beppe Grillo. Il fondatore dei Cinque Stelle ha intavolato una serie di temi fondamentali per arrivare a un accordo.
Politiche ambientali, reddito di cittadinanza e un governo politico sono i suoi punti fermi. Mario Draghi avrebbe accolto apertamente le proposte e ha convinto il leader carismatico dei Cinque Stelle ad aprire a un sostegno al suo governo.