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Greta e Vanessa, per rilasciarle pagato un riscatto di 11 milioni. La Farnesina smentisce

di Domenico Cappelleri06 Ottobre 2015
06 Ottobre 2015

Italian aid workers, 21-year-old Greta Ramelli, left, and 20-year-old Vanessa Marzullo, arrive at Ciampino's military airport, near Rome, early Friday, Jan. 16, 2015. The women, from the northern Lombardy region, disappeared in the northern Syrian province of Aleppo in late July or early August. It wasn't clear at the time who had taken them. They appeared in a video released earlier this month, asking the Italian government to help bring them home, with Ramelli saying they could be killed. Marzullo held a piece of paper with the date Dec. 17, 2014, written on it. (ANSA/AP Photo/Riccardo De Luca)

A dieci mesi dal rilascio delle cooperanti italiane Greta Ramelli e Vanessa Marzullo (nella foto), si riaccende la polemica sul presunto riscatto pagato dall’Italia.
Secondo alcune fonti giudiziarie di Aleppo, sarebbero stati versati 11 milioni di euro per riportare le ragazze nel nostro paese. Questa cifra era già circolata subito dopo la liberazione, ma in occasione di un’informativa alla Camera del 16 gennaio scorso, il ministro degli Esteri aveva nettamente smentito: “ In merito al tema dei riscatti ho letto indiscrezioni prive di reale fondamento e in qualche caso veicolate da gruppi terroristici. Solo illazioni: Italia contraria al pagamento”.

La prova. La conferma del presunto riscatto è arrivata da Aleppo perché una delle persone coinvolte nel negoziato è stata condannata per essersi intascata circa metà del compenso. Il “tribunale islamico” del Movimento “Nureddin Zenki, uno dei gruppi già indicato come coinvolto nel sequestro, avrebbe infatti condannato Hussam Atrash, descritto come un capo guerriglia locale, leader del gruppo Ansar al Islam.
“Non riteniamo di dover commentare supposte fonti giudiziarie di Aleppo o del sedicente tribunale islamico del movimento Nureddin Zenkin. In ogni caso non risulta nulla di quanto asserito”, ha dichiarato l’Unità di crisi della Farnesina.
Il documento che proverebbe il pagamento è stato ricevuto dall’Ansa in forma digitale: si tratterebbe della condanna emessa il 2 ottobre scorso dal tribunale Qasimiya del movimento Zenki nella provincia di Atareb.
Secondo la sentenza, Atrash, basato ad Abzimo, la località dove scomparvero Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, si è intascato 5 dei 12 milioni e mezzo di dollari. I restanti 7 milioni e mezzo, affermano fonti di Atareb interpellate dall’agenzia telefonicamente, sono stati divisi tra i restanti capi guerriglia locali.
Le due cooperanti erano state rapite il 31 luglio scorso e poi liberate il 15 gennaio. Le prime indiscrezioni sul pagamento di un riscatto di “12 milioni di dollari” erano arrivate da un messaggio dell’account Twitter @ekhateb88, utente considerato vicino ai ribelli anti-Assad.

Domenico Cappelleri

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