È ancora acceso il dibattito sulla morte di Pamela Mastropietro, la ragazza che lo scorso 31 gennaio è stata smembrata e ritrovata in due valigie in provincia di Macerata. Secondo le forze dell’ordine, l’esecutore potrebbe essere il 29enne nigeriano Innocent Oseghale, che ora si trova nel carcere di Ancona. A seguito del ritrovamento, un uomo, il 28enne neofascista Luca Traini, nel maceratese ha sparato contro un gruppo di immigrati. Di fronte ai carabinieri è arrivata una vera e propria confessione: “Ho sentito per l’ennesima volta alla radio la storia della ragazza. Ho aperto la cassaforte e preso la pistola”.
“Chi semina odio raccoglie violenza”, ha detto il presidente del Senato e leader di LeU, Pietro Grasso, a Uno mattina. Il leader della Lega Matteo Salvini, invece, rilegge la vicenda in chiave politica e tuona: “La colpa è di chi ci riempie di clandestini”. Toni più pacati per Silvio Berlusconi che in un’intervista a Rai news 24 rimarca che: “Noi italiani siamo tolleranti ed ospitali. Oggi però il numero di stranieri che non hanno un lavoro e che sono diventati manodopera della criminalità organizzata, ha portato ad una situazione allarmante: ogni due minuti c’è un furto in casa”.
Il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, intervistato dal Corriere della Sera dopo il raid fascista a Macerata, ha parole dure per il segretario padano: “Manca di etica, senso delle istituzioni e sta spingendo la Lega ai limiti di quello che una volta si chiamava arco costituzionale. Maroni per esempio è stato un ottimo ministro e un buon amministratore – aggiunge Calenda – e anche Zaia è apprezzato in Veneto. Ora il partito si è trasformato nelle mani di questo ragazzo, che dimostra quotidianamente di non avere alcuna competenza o visione se non quella di soffiare sul fuoco delle paure”.
Nel dibattito è intervenuta anche la neo-senatrice a vita Liliana Segre, testimone dell’Olocausto che, intervistata da Repubblica, si dice turbata dagli eventi di Macerata. “Mi vengono i brividi, la violenza razzista è ormai un fiume senza argini. Ci sono uomini politici che non hanno più timore di evocare la “razza bianca” – sottolinea ancora –. Addirittura denunciano un complotto per “la sostituzione etnica”. Si inventano capri espiatori su cui sfogare risentimento e paura. La rabbia oggi si respira per strada”.