Correva l’anno 2011 e i due parlamentari Giovanni Fava (Lega Nord) e Luca Sani (Pd) in una relazione sulla contraffazione agroalimentare imputavano al grano saraceno un danno importante al made in Italy. Peccato che il grano saraceno è da secoli ampiamente coltivato in Italia, dove si usa per produrre specialità come la polenta taragna o i pizzoccheri della Valtellina. A distanza di tre anni la gaffe è stata ripetuta da alcuni deputati del Movimento 5 Stelle che in una loro proposta di legge del luglio 2013 contro la contraffazione agroalimentare hanno scritto: «La pasta venduta in Italia è prodotta per un terzo con grano saraceno» come se saraceno significasse che viene coltivato all’estero, Magari in Turchia? La gaffe smascherata da una community online del PD ha causato l’ilarità della rete, anche se il tiro è stato subito corretto: «Ebbene sì», hanno scritto in una nota i deputati M5S della Commissione agricoltura, «c’è stato un refuso nella nostra proposta di legge sulla contraffazione alimentare. L’avevamo segnalato agli uffici della Camera ormai un mese fa ma niente da fare: ovunque ci state sottolineando che il grano saraceno non rovina il made in Italy. E certo, la parola giusta in quella frase è «straniero e non saraceno» Ma a noi piace – sottolinea – guardare i lati positivi: e ovunque si sta parlando della nostra bellissima proposta di legge, che siamo convinti vada nella direzione giusta per la tutela del settore e per questo ci auguriamo che presto verrà calendarizzata e discussa».
Grano saraceno, m5s: «no all’importazione». Ci erano caduti anche PD e Lega
04 Giugno 201460