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scendono i professori

Governo tecnico
quando in campo
scendono i professori

di Salvatore Tropea28 Novembre 2016
28 Novembre 2016

Ad una settimana dal voto sulla riforma Costituzionale, tengono banco le conseguenze dell’esito del referendum, in particolare l’ipotesi di un governo tecnico se dovesse vincere il No. Indipendentemente dalle posizioni in campo, sono tante le forze politiche che – in modo trasversale – non vogliono correre questo rischio. Ma cosa è un governo tecnico e quali i precedenti nella storia politica italiana?

In Italia vige la forma di governo parlamentare, quindi un esecutivo dipendente dal Parlamento e sostenuto dalla maggioranza. Una maggioranza che si viene a creare, dopo le elezioni, con accordi più o meno spontanei tra i vari partiti. Può capitare, però, che non si riesca a comporre una maggioranza. Da qui la necessità – anziché indire nuove elezioni, che creerebbero una paralisi istituzionale e legislativa – di formare un cosiddetto governo tecnico che si caratterizza per la presenza, al suo interno, di personalità indipendenti, non legate ai partiti, spesso che non hanno mai avuto altri incarichi politici prima e che provengono dal mondo accademico e professionale, con competenze tecniche e specialistiche.

Nella storia della Repubblica, i governi tecnici sono intervenuti per traghettare il Paese durante crisi istituzionali, economiche o per riforme e importanti decisioni da prendere in breve tempo.

Il primo a poter essere definito tale è stato il Governo Ciampi, che fu in carica per poco più di un anno dal 1993 al 1994. Si ricorda in particolare per aver varato la riforma elettorale con il sistema maggioritario. Questo governo era presieduto da un non parlamentare – Ciampi infatti era Governatore della Banca d’Italia – ma il resto dell’esecutivo era comunque composto da esponenti di varie forze politiche. Il primo ad essere composto interamente da tenici è stato invece il Governo Dini, dal gennaio ’95 al maggio ’96, entrato in carica dopo la fine del primo governo Berlusconi. La terza e ultima esperienza tecnica è stata quella del Governo Monti, che dal novembre 2011 all’aprile 2013 affrontò la crisi dei mercati internazionali e i problemi legati al debito pubblico italiano e allo spread. Anche in questo caso il governo tecnico venne formato dopo le dimissioni del Governo Berlusconi, che non poteva più contare sulla maggioranza assoluta alla Camera.

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