Se per gli italiani è cominciata la Fase 2, con parziale e graduale ritorno alla normalità, il governo guidato da Giuseppe Conte è ancora immerso nella già lunga fase della fiducia a tempo e delle tensioni interne alla maggioranza, con il Coronavirus come mezzo e pretesto per rese dei conti. Dal calcio ai migranti, passando per lo scontro Bonafede-Di Matteo, sono tanti i nodi che mettono sotto pressione l’esecutivo.
Questa mattina si è aggiunto l’ennesimo capitolo di tensione con Italia Viva, spina nel fianco di Giuseppe Conte. Il leader Matteo Renzi ha accusato il ministro dello Sport M5s Vincenzo Spadafora di “sufficienza e arroganza sul pallone”. Al centro della discussione la ripartenza della serie A, con il pentastellato tendenzialmente schierato per la sospensione del campionato. Secondo Spadafora non ci sarebbero le condizioni per proseguire la stagione sportiva, mentre Matteo Renzi insiste per riaprire anche il mondo del calcio e invita a portare la discussione in Parlamento. Sulla stessa linea anche il numero uno della Lega Matteo Salvini, per il quale “non possiamo chiudere il calcio per ideologia”.
Un tema che rischia di dividere l’esecutivo riguarda i migranti. La ministra renziana all’Agricoltura Teresa Bellanova ha proposto la regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari impiegati presso i campi e le famiglie. Il piano interesserebbe tra i 400 e i 600mila immigrati, dai braccianti agricoli alle colf. La Bellanova intende contrastare così “illegalità” e “caporalato”. Sullo sfondo le campagne, soprattutto nel Meridione, dove migliaia di braccianti attualmente invisibili vivono in veri e propri ghetti, senza alcuna tutela in ambito lavorativo e sanitario. Favorevoli il Partito Democratico e Leu. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese sembra d’accordo, specie in chiave anti lavoro nero, anche se su numeri più bassi rispetto a quelli auspicati dalla collega: per il Viminale sarebbero 250mila gli immigrati da regolarizzare.
Ma il sottosegretario all’Interno, il grillino Carlo Sibilia, non è convinto: “Le priorità del governo sono altre”. E’ probabile che su un tema così “scottante” il Movimento 5 stelle non sia compatto. L’opposizione di destra è chiaramente contraria, Matteo Salvini ha già parlato di “sanatoria di centinaia di migliaia di clandestini”, da fermare per “dovere morale”. Nelle intenzioni della Bellanova il provvedimento dovrebbe rientrare già nel decreto del governo di maggio.
Un’altra spina nella maggioranza è il caos intorno al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, duramente attaccato dal Pm Nino Di Matteo in diretta televisiva. Il magistrato sostiene che il Guardasigilli nel 2018 gli avesse proposto il vertice del Dap, salvo poi ritirare l’offerta perché nel frattempo i boss mafiosi presenti in prigione si erano sollevati contro la sua nomina. Così Di Matteo ha fatto intendere che Bonafede avesse cambiato idea perché incalzato dalla criminalità organizzata, optando poi per una nomina, quella di Francesco Basentini – appena dimissionario -, meno inviso alla mafia.
Il Guardasigilli ha smentito la ricostruzione fatta dal pm, ma la tensione resta altissima. Fratelli d’Italia e Lega hanno chiesto un suo passo indietro, mentre il Movimento 5 stelle prova a glissare: ma l’imbarazzo, con una faida tutta interna al fronte “giustizialista”, è evidente. Il premier Conte ha difeso il suo ministro ma la base pentastellata è divisa e la vicinanza di big come il reggente Vito Crimi e il ministro Luigi di Maio appare poco convinta. Probabile una mozione di sfiducia in Senato. Sarebbe uno stress test importante per il governo. L’ennesimo, in questa delicata fase politica.