Google fa un nuovo passo verso gli editori. Questi avranno la possibilità di scegliere quanti contenuti mettere a disposizione del lettore prima di attivare la consultazione a pagamento. Il servizio si chiamerà ‘Flexible Sampling’ ed è stato sperimentato in modo congiunto con il New York Times e il Financial Times.
“Siamo incoraggiati dal desiderio di Google di considerare altri modi di supportare i modelli di business in abbonamento. Siamo felici di continuare a lavorare con loro per costruire soluzioni intelligenti” ha commentato Kinsey Wilson, consiglere digitale di Mark Thompson, Ceo del New York Times.
Il colosso di Mountain view garantisce che la nuova politica è nata nel nome della condivisione. Editori ed utenti saranno assistiti in questo “processo a lungo termine”: da un lato la multinazionale di servizi online promette che semplificherà l’acquisto dei contenuti da parte degli utenti, dall’altro che “aiuterà gli editori a raggiungere nuovi lettori, facendo crescere gli abbonamenti, i ricavi e sviluppando una suite di prodotti e servizi”. Queste le principali novità per gli editori: Google condividerà le informazioni possedute sulle abitudini dei lettori dei siti di informazione e consentirà di usare i sistemi di pagamento personali, velocizzando l’acquisto di abbonamenti. Lo scrive Il Sole 24 ore. La mossa di Google arriva a pochi giorni da quella fatta da Facebook nel campo nelle news. Il colosso di Mountain View mette così fine alla vecchia policy del ‘First click free’ nata nel 2009. Il meccanismo che imponeva agli editori di consentire agli utenti la lettura di almeno 3 notizie gratis, soglia oltre cui scattava la richiesta di pagamento.
“Sebbene le ricerche mostrino che le persone stanno cominciando ad abituarsi a pagare per le notizie – dicono da Google – talvolta il processo per attivare un abbonamento è macchinoso. Il nostro obiettivo è far si che gli abbonamenti funzionino in modo semplice ovunque e per tutti”.