Delusione italiana nella notte dei Golden Globe, i premi della stampa estera considerati come un’anticipazione degli Oscar. È andata male per Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, che aveva ottenuto tre candidature: la statuetta per miglior film drammatico è andata a Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, mentre Sam Rockwell e Gary Oldman hanno avuto la meglio su Thimothée Chalamet e Armie Hammer del film di Guadagnino per i premi di miglior attore non protagonista e miglior interprete protagonista. A Frances McDormand il titolo di miglior attrice per la sua interpretazione in Tre Manifesti a Ebbing. Premio come miglior commedia a Ladybird, diretto da Greta Gerwig, mentre la statuetta per la miglior regia è andata a Guillermo Del Toro per La forma dell’acqua.
Ma a prescindere dai vincitori, la serata di Los Angeles è stata caratterizzata dalle proteste delle star di Hollywood contro lo scandalo delle violenze sessuali scoppiato con il caso di Harvey Weinstein. Tutte le star hanno così deciso di sfilare sul red carpet in abito nero, con gioielli sobri e poco evidenti. Anche gli uomini hanno rispettato l’outfit scuro voluto dal movimento “Time’s Up”. Molti si sono presentati con camicia e fazzoletto nero nel taschino, per esprimere la propria solidarietà alle colleghe che hanno subito molestie.
Ad emozionare la platea e il pubblico da casa è stato soprattutto il discorso di Oprah Winfrey, che ha ricevuto il premio alla carriera: “Sono stata ispirata da tutte le donne che si sono decise di parlare delle storie personali. Noi siamo abituate a raccontare storie di altri ma questa volta abbiamo raccontato la nostra. Voglio esprimere la mia gratitudine per chi, come mia madre, ha sopportato anni di abusi perché aveva figli da crescere, conti da pagare, sogni da realizzare. Oggi il tempo è finito – ha aggiunto l’attrice citando il movimento “Time’s Up” – e a tutte le ragazze voglio dire che sta arrivando un nuovo giorno”.