“Comportamento ostinatamente autoindulgente, pigro, sciatto, avido, che rifiuta le norme e le aspettative sociali”. In una parola, anzi due: “Goblin mode”. È questo il termine dell’anno secondo l’Oxford university press, uno “slang” figlio del mondo post-pandemia.
La stanza in disordine, il telefono in mano e in pigiama tutto il giorno. Ecco cosa significa letteralmente essere in “modalità folletto”. Secondo gli psicologi la diffusione di questo stile di vita risente dei tre anni trascorsi in pandemia, costellati da forte stress psicologico e voglia di “staccare” dalla realtà.
“Un sollievo sapere che siamo stanchi di apparire sempre curati nei minimi dettagli come nei selfie su Instagram e nei TikTok”, ha commentato Casper Grathwohl, presidente di Oxford Languages. E non è casuale che negli ultimi mesi stia spopolando proprio “BeReal”, il nuovo social in cui gli utenti si mostrano agli altri nei loro momenti meno “instagrammabili”.
Per la prima volta nella storia, il premio “Oxford word of the year” è stato assegnato dal pubblico. Su quasi 320 mila voti online, il neologismo ha ottenuto il 93% del totale delle preferenze, piazzandosi davanti a “Metaverso” e all’hashtag “Istandwith”.
Un neologismo non proprio “neo” visto che è apparso per la prima volta online nel 2009, ma che è diventato virale solo quest’anno quando su un tweet è apparso un titolo di giornale – poi rivelatosi fake – in cui Julia Fox, ex compagna del rapper Kanye West, dichiarava di averlo lasciato a causa del suo comportamento “goblin”.
“Con l’allentamento delle restrizioni per il Covid – si legge in un articolo della Bbc – il termine ha continuato a diffondersi man mano che le persone si rendevano conto di non voler tornare alla vita di prima”. Un atteggiamento apprezzabile, sembrerebbe, che induce a privilegiare l’essere rispetto all’apparire.
