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HomeSpettacoli Gli scontri in piazza arrivano su Netflix: domani in uscita ACAB

Acab, dal film alla serie tv
La nuova uscita Netflix
tra ordine e caos

"Progetto necessario e urgente"

Giallini: "Violenza non risolve le cose"

di Alessio Sebastiano Corsaro14 Gennaio 2025
14 Gennaio 2025
ACAB

Adriano Giannini sarà uno dei protagonisti di "ACAB" | Foto Netflix

ROMA – Sedici anni fa il libro di Carlo Bonini. Nel 2012 il film scandalo di Stefano Sollima. Domani in uscita la serie-tv firmata Netflix, a testimonianza di come “ACAB” (“All Cops Are Bastards”) sia un ritornello incendiario che incarna ancora oggi le tensioni sociali alla base degli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti. 

La sinossi e il cast

La serie, prodotta dal colosso di distribuzione streaming, vedrà il ritorno di Marco Giallini nei panni di Mazinga, affiancato nel racconto da Marta (Valentina Bellè) e Salvatore (Pierluigi Gigante), membri di una Squadra Mobile di Roma rimasta orfana del proprio capo. I tre dovranno scontrarsi con con la visione di Michele (Adriano Giannini), nuovo caporeparto ed espressione di una polizia riformista, contraria ai metodi della “vecchia scuola”. 

ACAB
Adriano Giannini interpreta Michele in “ACAB” | Foto Netflix

Gli scontri per Ramy e la dialettica tra ordine e caos

Intervenuta in merito alla produzione di “ACAB”, la vicepresidente per i contenuti italiani di Netflix, Tiny Andreatta, ha parlato di “un progetto che abbiamo sentito necessario e urgente, perché tratta il tema universale e attuale della dialettica tra ordine e caos”. “Una storia che affronta il grande tema della società civile che conferisce allo stato il monopolio della violenza”, ha aggiunto il Ceo della casa di produzione Cattleya, Riccardo Tozzi. 

Marco Giallini interpreta l’agente Mazinga in “ACAB” | Foto Netflix

Se il libro e il film nacquero all’indomani dei fatti del G8 di Genova e della caserma Diaz, è inevitabile che il parallelo contemporaneo sia da ricondurre alla morte di Ramy Elgaml, casus belli di violenti scontri tra polizia e manifestanti. Carlo Bonini, che ha co-scritto la sceneggiatura della serie, ha spiegato in proposito come il tema sia la necessità di “rispettare il confine tra uso legittimo e illegittimo della forza: decisioni che avvengono in 20 secondi e in condizioni di stress altissimo”. Marco Giallini, invece, intervistato da Repubblica anche in merito agli scontri, ha aggiunto: “Ognuno fa il suo lavoro, sperando che sappia farlo bene. Per necessità si diventa peggiori, quando si è toccati nel profondo la reazione non la conosci mai e Mazinga è lo specchio di questo. Il lato animale che ci contraddistingue viene fuori”.

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