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HomeCronaca “Gli sbarchi continuano e non ci sono infrastrutture. Stop pesca e turismo”

Lampedusa, sos del sindaco
"Migranti in quarantena
lo Stato ci mandi una nave"

"Se non ripartono le regioni del Nord

per noi la stagione turistica è finita"

di Federica Pozzi08 Maggio 2020
08 Maggio 2020

Some of the 100 migrants - 49 men, 44 women and 7 minors - arrived at the port of Lampedusa(Sicily, southern Italy) in front of the port authority, 28 april 2020. ANSA

Non solo il coronavirus, anche la gestione migranti, soprattutto in un periodo di crisi come questo, crea forti problemi all’isola di Lampedusa. Lumsanews ha intervistato il sindaco, Salvatore Martello, per capire quali sono i principali problemi dell’isola.

Continuano a essere numerosi gli sbarchi sulle coste della Sicilia, e di Lampedusa in particolare. Quali sono le difficoltà maggiori dell’accoglienza in un periodo come questo in cui bisogna far fronte alla pandemia di Coronavirus?

«Le difficoltà sono dovute al fatto che gli sbarchi continuano, non ci sono le infrastrutture e per i trasferimenti si dovrebbe trovare un modo più celere per cercare di non lasciarli uno o due giorni sul molo. Una volta che si satura il centro accoglienza e non ci sono altre infrastrutture, i migranti sono costretti a stare sul molo Favaloro. Abbiamo chiesto l’intervento di una nave al ministero dell’Interno per far trascorrere a bordo ai migranti i 14 giorni della quarantena, prima di trasferirli sulla terra ferma».

Qual è attualmente la situazione dell’hotspot di Lampedusa?

«L’hotspot può contenere 96 persone, attualmente ce ne sono 108 e siccome c’è l’emergenza sanitaria queste persone stanno passando lì la quarantena. I 110 che sono partiti mercoledì da Lampedusa hanno osservato i 14 giorni di quarantena e, dopo essere risultati tutti negativi ai tamponi, sono stati trasferiti. Ogni volta che va via un nucleo di migranti, ne viene inserito uno nuovo».

Quanto influisce sul turismo il fattore sbarchi in situazioni di “normalità”?

«Molto, perché è un problema di sicurezza, soprattutto quando ci sono sovraffollamenti. Non è concepibile che contemporaneamente si ha l’isola piena di turisti e di migranti. Per i turisti è un problema ma anche per noi».

Quali sono gli altri problemi di Lampedusa, oltre agli sbarchi, durante la pandemia?

«L’altro problema è la crisi dell’attività imprenditoriale, che è molto preoccupante. Lampedusa vive di pesca e di turismo. La pesca ha osservato un mese di fermo biologico volontario per il Coronavirus e i pescatori aspettano ancora questa famosa disoccupazione che dovrebbe arrivare ma che non arriva. Ora vanno a pescare ma è difficile vendere nei mercati perché sono quasi tutti chiusi. Per il turismo abbiamo dichiarato lo stato di agitazione permanente perché visti gli inesistenti interventi da parte dello Stato in favore delle imprese, abbiamo un Consiglio comunale straordinario per avanzare delle richieste precise nei confronti del governo. Lampedusa non potrà ripartire dal punto di vista tecnico perché il 90% dei turisti viene dalla Lombardia, dal Piemonte, dal Veneto o dall’Emilia Romagna. Quindi se non ripartono quelle regioni non ripartirà neanche la nostra isola».

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