È l’alba. Piazza San Pietro si riempie di fedeli piano piano ma loro sono già lì. Sono gli operatori dell’informazione che in queste settimane hanno lavorato per far sì che, citando le parole di Papa Francesco, piazza San Pietro “potesse avere le dimensioni del mondo”.
Fotografi, troupe televisive e giornalisti provenienti da ogni parte della terra si sono mischiati alla folla festante. Oggi per chi disponeva solo degli accrediti temporanei non c’è stato spazio. E così ai fedeli si sono unite telecamere, fotocamere, teleobiettivi. Accesso concesso sopra il colonnato, sul braccio di Carlo Magno, dove per accaparrasi una buona posizione la sveglia è suonata prestissimo. Si parlano decine e decine di lingue diverse ma qui la torre di babele è stata abbattuta. Poco prima dell’inizio della celebrazione a fare capolino tra i giornalisti sul colonnato anche il capo della sala stampa vaticana Federico Lombardi. Ha scambiato qualche parola con alcuni operatori delle delegazioni e ha augurato a tutti un buon lavoro. Quando il Papa fa il suo ingresso sul sagrato i fotografi scatenano le macchine fotografiche. Si sta in bilico, si cercano posizioni migliori per riuscire a catturare un’espressione, un gesto, un sorriso di Papa Francesco. Le videocamere riprendono i passi del Pontefice che rimarranno nella storia. I giornalisti aspettano l’attimo buono per riuscire a fare uno stand up con il Pontefice alle spalle. Dalla piazza si riesce a individuare, nello spazio sopra il colonnato, una macchia nera di fotografi ed operatori. Ci si mischia con la gente, qualcuno prega, altri individuano fedeli con bandiere argentine e si precipitano a intervistarli. Computer sulle gambe, seduti sui gradini di San Pietro si scrivono articoli che saranno inviati in tutto il mondo e si mandano foto che faranno il giro del pianeta.
Sono migliaia i giornalisti accreditati presso il Media Center, all’interno dell’Aula Paolo VI. La struttura è suddivisa in quattro settori: la sezione per la mondovisione, con 18 postazioni per i cronisti televisivi, il Centro Servizi Stampa, con postazioni dotate tra l’altro di connessione Internet e telefono, l’area Tv, con 21 cabine, e quella Radio, dotata di 28 postazioni e 11 cabine.
Per i 5600 giornalisti accreditati all’evento Conclave questo è stato l’ultimo grande impegno. “Siamo stanchi, ma abbiamo fatto un buon lavoro. Almeno oggi c’è il sole”, dichiara l’operatore del giornale brasiliano O Globo.
Federica Macagnone