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Gli immigrati una risorsa per il Paese. Alla Lumsa una giornata al fianco dei cittadini stranieri

di Marina Bonifacio19 Giugno 2013
19 Giugno 2013

Pensare ai cittadini stranieri come risorsa e non come problema, agevolando un percorso teso all’acquisizione della cittadinanza italiana. Questo il tema del convegno “Da immigrati a cittadini”, tenutosi oggi all’Aula Magna della Lumsa. Presenti anche il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro e la responsabile dei Progetti Fei, viceprefetto Maria Assunta Rosa.
Complessivamente sul territorio romano, durante l’anno 2011, sono stati finanziati e realizzati ben 10 progetti Fei, ossia attinenti al Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di paesi terzi, con il supporto del Ministro dell’Interno. Il tutto attraverso una rete di partenariati e reti territoriali ben radicate che hanno consolidato modalità di lavoro condivise. Attività di sostegno e percorsi di mediazione svolte in un’ottica di riduzione della spesa pubblica, soprattutto ai danni dei servizi socio-assistenziali; riduzione che sta in parte snaturando anche il senso proprio di questi progetti Fei, costretti a sostenere servizi in precedenza supportati dalle scuole.
Si tratta di progetti innovativi, realizzati attraverso l’uso di pratiche interculturali e inseriti in quattro ambiti principali, il più importante dei quali si sostanzia nell’acquisizione della lingua italiana da parte dei cittadini stranieri migranti. Nello specifico sono quattro i progetti realizzati nell’ambito dell’Azione 1 – “Formazione linguistica ed educazione civica” come “Parole in città”,  “La lingua italiana come chiave per l’integrazione” della Comunità di Sant’Egidio e “Prosit”. Quest’ultimo in particolare mira alla promozione dell’integrazione linguistica e sociale dei cittadini migranti attraverso l’uso di una metodologia didattica e sperimentale come la tv mobile. Sono infatti più di 30 i filmati animati mandati in onda da più di un anno su metro e autobus che narrano le avventure di Prosit, piccolo personaggio alle prese con situazioni tipo in cui si potrebbe trovare uno straniero che vive nel nostro Paese. Sull’importanza della lingua come primo veicolo di comunicazione si è insistito molto nel corso della mattinata, che è servita anche per riflettere sulle problematiche inevitabilmente legate al lungo processo di integrazione socio-culturale. Da ciò quindi l’attenzione rivolta al mondo giovanile con ben tre progetti dedicati e che mirano a favorire un’azione d’inclusione sociale, scolastica e lavorativa, tale da eliminare e/o attenuare qualsiasi forma di discriminazione e di disagio sociale. Tra questi si sono distinti il progetto “Sawa-Sawa” e “Running together” della Caritas. Attività svolte spesso nel silenzio per lo più grazie al lavoro di volontari, ma anche professionisti che hanno deciso di spendersi per una realtà sociale più giusta e senza discriminazioni.

di Marina Bonifacio

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