ROMA – I servizi segreti avrebbero fatto ricerche sul capo di gabinetto della premier Gaetano Caputi. È quanto emergerebbe da un’esclusiva del Domani che rilancia un’inchiesta dei pm romani e un rapporto di Bruno Valensise, attuale direttore dell’Aisi, che spiega come un’indagine fu attivata dal predecessore Mario Parente e da Giuseppe Del Deo, vicedirettore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), allora vicinissimi a Giorgia Meloni.
I documenti giudiziari sarebbero stati scoperti dai pm per caso, in un fascicolo per rivelazione di segreto aperto su una denuncia di Caputi nei confronti del Domani per alcune inchieste sui suoi affari e i possibili conflitti di interesse. I carabinieri, delegati dai pm, avevano in effetti scoperto tre interrogazioni su Caputi presso la banca dati Punto Fisco, con altrettanti profili intestati al Dis. Punto Fisco è una banca dati pubblica dell’Agenzia delle Entrate che contiene informazioni fiscali, reddituali e catastali di ogni cittadino italiano. Le interrogazioni sono avvenute tutte nel 2023; il 23 gennaio, il 4 e il 25 settembre. Il 24 giugno 2024, il procuratore capo di Roma Giuseppe Lo Voi invia una lettera all’ambasciatrice Elisabetta Belloni, all’epoca a capo del Dis, per chiedere spiegazioni.
A rispondere non è però Belloni, ma il neo direttore dell’Aisi Bruno Valensise, che spiega come le verifiche in corso su Caputi sono state autorizzate per confermare o smentire “rumors” su figure definite “target” che tentavano di accreditarsi ai massimi livelli del governo per affari di un certo livello: si parla di un rigassificatore al Sud e di altri business.
Gli agenti coinvolti sarebbero tre e avrebbero svolto le interrogazioni su richiesta dei loro superiori. Tra le domande poste dal quotidiano spicca la seguente: Meloni e il sottosegretario con delega all’intelligence, Alfredo Mantovano, erano al corrente di queste verifiche?