Il ministro della Giustizia Andrea Orlando è intervenuto alla trasmissione Circo Massimo su Radio Capital, parlando del processo di appello e del nuovo codice antimafia. “Oggi nel penale il vero collo di bottiglia è il processo d’appello, che è garanzia preziosissima ma anche uno strumento di cui non si deve abusare. Con i decreti attuativi approvati ieri nel Consiglio dei ministri riteniamo possano diminuire di circa il 10% gli appelli. Vanno precisati meglio i motivi di appello e quando c’è una condanna – spiega il ministro – il pm non può ricorrere, se non per motivi di violazione di legge e quando ci si trova di fronte a una doppia condanna. L’imputato può sempre fare appello quando si tratti di una condanna, ma non in caso di assoluzione”.
Orlando si è soffermato poi sull’approvazione del nuovo Codice Antimafia: “Sono d’accordo con quello che diceva ieri Cantone e cioè di guardare al Codice antimafia nel suo insieme. Ancora oggi c’è l’arresto di un amministratore di beni confiscati alla mafia. Credo ci fosse urgenza della legge”. E sull’equiparazione dei reati contro l’amministrazione pubblica a quelli di associazione mafiosa aggiunge: “Sul sequestro preventivo per i corrotti ho solo un dubbio di carattere sistematico. Già oggi per la corruzione si può procedere a sequestri. Forse si poteva disciplinare il tema in altra sede non mettendolo lì dentro. Ma penso che avevamo due strade: buttare a mare tutto e andare alla prossima legislatura o approvare tutto e riservarci un monitoraggio”.