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Giubileo di Roma, la scommessa dei cento giorni

di Antonino Casadonte16 Settembre 2024
16 Settembre 2024

Quando mancano cento giorni a un evento di grande importanza, in alcuni casi, si festeggia. Ad esempio, per i “cento giorni alla Maturità”, tradizione dei liceali di quinto in attesa dell’esame di Stato. Altre volte, potrebbero esserci meno motivi per esultare. Ne sa qualcosa la città di Roma, che sarà impegnata tra circa cento giorni in un esame ancora più complicato, il Giubileo del 2025, e che pare non essere del tutto pronta.

La fase di stallo, poi lo scatto improvviso: i dati

Come spiegano a Lumsanews dall’Ance Roma, che ha istituito l’Osservatorio per il Pnrr e il Giubileo (Opgr) proprio per monitorare i fondi del Giubileo assegnati al territorio capitolino e la realizzazione di opere e infrastrutture, non è facile fare un quadro della situazione. Le operazioni di raccolta dei dati dell’Opgr sono rese particolarmente difficili, ad esempio, dal fatto che vengono monitorati non solo gli aspetti relativi alla Capitale, ma anche ad altre decine di comuni destinatari delle risorse. 

Tuttavia, si può affermare che, in generale, negli ultimi mesi è stata data una forte accelerazione ai lavori, per riuscire a terminare tutto entro la deadline. Basti pensare che a giugno 2024 (ultimo aggiornamento Opgr) il 65% degli interventi totali tra Roma e gli altri comuni era in fase di progettazione, quasi il 17% prevedeva procedure di gara in affidamento o in aggiudicazione e circa il 18% dei lavori si trovava in fase di esecuzione. Infine la voce più impressionante: solo lo 0,2% delle opere risultava concluso. Senza contare, poi, i problemi relativi alle risorse, con un miliardo e mezzo di euro attivati su un totale di 4,8 miliardi assegnati (31%).

Fonte: Osservatorio per il Pnrr e il Giubileo (Opgr)

Adesso, però, la situazione appare diversa, come rivela l’ultimo aggiornamento da parte della cabina di regia di Palazzo Chigi. Nella Capitale ci sono 137 cantieri aperti, ovvero il 68% del totale, 32 in fase di gara e 27 per i quali, a breve, si comincerà a scavare. E nonostante gli interventi che risultano conclusi, al momento, siano solo quattro, filtra ottimismo sul fatto che una buona parte dei lavori possa essere terminata prima dell’apertura della Porta Santa da parte di Papa Francesco.

Lo stato dei lavori, è corsa contro il tempo

In particolare, sotto la lente di ingrandimento ci sono i cantieri “essenziali e indifferibili”, cioè funzionali all’accoglienza dei pellegrini e che dunque dovrebbero essere conclusi entro la fine di quest’anno. È il caso di piazza Pia, per la quale i lavori sono arrivati al 76% dello stato di avanzamento. Un’opera – affidata ad Anas – fondamentale per la buona riuscita del Giubileo, dato che si tratta di una grande area tra Castel Sant’Angelo e Piazza San Pietro da “pedonalizzare”, in cui è prevista anche la realizzazione di un sottopasso, e per la quale sono stati aggiunti 6 milioni di euro allo stanziamento iniziale di 79 milioni e mezzo, per un totale di oltre 85 milioni. Un lavoro immenso cominciato l’anno scorso e sul quale c’era grande preoccupazione (le prime stime per il completamento parlavano di secondo trimestre 2025), ma che dovrebbe essere chiuso in tempo per dicembre.

Una panoramica del progetto di piazza Pia – Roma si trasforma

Ci sono poi i cantieri di via Ottaviano, per i quali si prevede il taglio del nastro inaugurale il mese prossimo, di piazza dei Cinquecento, antistante la stazione Termini, che sarà pronta per Natale ma non sarà tutta ripavimentata, e di piazza San Giovanni, l’opera più in ritardo, visto che lo stato di avanzamento dei lavori attuale è del 15%. 

Infine, resta il nodo piazza Risorgimento, opera per la quale l’iter è stato a dir poco travagliato. Dopo mesi di rinvii, nella prima settimana di settembre  sono cominciati i lavori in quello che è il luogo di collegamento tra via Ottaviano, dove si trova la linea A della metro, e il colonnato di Piazza San Pietro. Un intervento – affidato alla Società Giubileo – da circa 14 milioni che dovrebbe finire in tempo per l’avvio delle celebrazioni, ma che comporterà ulteriori problemi al traffico, all’ambiente e ai cittadini, che più volte si sono lamentati della situazione.

La giunta capitolina assicura: «Riusciremo a finire»

Nonostante i ritardi e le difficoltà, l’assessore ai Lavori Pubblici e alle Infrastrutture della giunta capitolina, Ornella Segnalini, ha riferito a Lumsanews  che adesso la situazione «è molto positiva». «In città – ha sottolineato – si lavora senza sosta, con manutenzione continua delle  strade e con i  cantieri che si svolgono prevalentemente di notte, in una modalità inedita per Roma  adottata per evitare al massimo ripercussioni sul traffico». Cantieri che abbracciano numerose infrastrutture, dalle strade, ai ponti, fino alle gallerie, per le quali, ha precisato, «stiamo investendo moltissimo per colmare un gap manutentivo di anni».

Il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, in un’intervista rilasciata a SkyTg24 a luglio, aveva provato a dare una spiegazione alla lentezza dei lavori: «Sul Giubileo siamo partiti solo all’inizio del 2023, con un ritardo enorme dovuto alla crisi di governo e poi alle elezioni. Perdere 7 mesi su 2 anni è tantissimo, ma stiamo recuperando e il grosso delle opere sta andando avanti, secondo la tabella di marcia», aveva commentato. Come ci spiega Giovanni Zannola, presidente della Commissione Mobilità della giunta capitolina, «sarebbe tuttavia troppo semplice affermare che il ritardo nell’approvazione del Dpcm sia stata la causa dei ritardi». «Stiamo provando a rispettare tutte le scadenze – aggiunge  Zannola – il tempo è tiranno, ma sono convinto che riusciremo a finire i lavori, altrimenti significherebbe fallire una mission fondamentale e a quel punto sarà importante individuare le responsabilità soggettive». Anche Gualtieri è convinto che non ci saranno ulteriori disagi e questo perché, come ha dichiarato all’inizio di settembre , «i numeri sui lavori sono migliorati sensibilmente e per quanto riguarda gli interventi del primo Dpcm, tra quelli in corso o terminati, il 98% degli investimenti del primo Dpcm sono stati messi a terra. La percentuale – ha puntualizzato – scende solo di poco guardando al numero complessivo delle opere, ma ormai è tutto avviato secondo i cronoprogrammi, tranne limitatissime eccezioni».

Non resta che attendere e capire chi avrà avuto ragione e se, sempre per rimanere in tema di esami, Roma sarà abbastanza “matura” o verrà bocciata proprio nel momento più importante della sua storia recente.

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