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Giro d’Italia, coesione nazionale e il ricordo degli eventi tragici lungo il percorso

di Marco Stiletti06 Maggio 2013
06 Maggio 2013

Candido Cannavò, direttore storico della Gazzetta, scriveva in un suo articolo: ‹‹il Giro è un sottile filo rosa che unisce l’Italia nei momenti di gioia e nei periodi grami››. L’edizione 2013 del Giro d’Italia è tutta racchiusa in questa frase. La gara ciclistica più amata dagli italiani da sabato 4 maggio si sta snodando lungo un percorso fortemente radicato nell’arte, nella cultura, nel costume e nella società italiana. Ventitre le squadre e 229 i ciclisti che hanno preso parte alla 96esima edizione. Le due novità internazionali sono quella del cinese JiCheng dell’Argos Shimano e del greco Ioannis Tamouridis della Euskatel-Euskadi.

Elemento di coesione. L’itinerario ha come partenza Napoli e il Mezzogiorno, poi, toccherà i tre mari attraversando Calabria, Basilicata e Puglia fino ad arrivare in Abruzzo. Tra le altre tappe molte sono significative dal punto di vista storico: Busseto, città natale di Giuseppe Verdi, uomo che sposò musica e popolo nel momento del riscatto nazionale. Longarone, dove ci sono ancora i segni del tragico evento della diga del Vajont che nel 1963 straripando uccise duemila persone. Infine, Piazza della Loggia a Brescia (città di arrivo, un altro luogo simbolo che fu teatro dell’attentato terroristico che nel 1974 provocò otto morti e il ferimento di un centinaio di persone.

Una ricca “Hall of fame”. Il Giro ha avuto dal suo inizio fino agli anni ’50 un predominio italiano. Dopo 100 anni in ogni edizione vengono sempre rievocate dagli addetti ai lavori le vittorie di Alfredo Binda, quelle di Coppi e Bartali negli anni ‘30 e ‘40.La Hall of Fame del Giro è ricchissima. Ne fanno parte anche: Felice Gimondi, il belga Eddy Merckx, Stephen Roche, Gianni Bugno, Miguel Indurain e Marco Pantani. L’anno scorso vinse per la prima volta un canadese, Ryder Hesjedal.

Come madrina 2013 è stata scelta la showgirl Alessia Ventura, invece come colonna sonora “Mezza Estate” di Cesare Cremonini. Come ogni anno il Giro appartiene soprattutto a quei dieci, dodici milioni di appassionati che, dal bordo della strada, lo trasformano in una straordinaria festa di popolo. Solo il 26 maggio, però, sapremo chi vestirà la maglia rosa, chi quella azzurra degli scalatori, chi la rossa per i punti e chi la bianca per i giovani. Intanto le prime due gare sono andate una a Mark Cavendish, del team Omega, e l’altra a Salvatore Puccio, della squadra Sky.

di Marco Stiletti

 

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