Dopo la minaccia di Israele di revocare i finanziamenti, sul sito del Giro d’Italia 2018 sono stati eliminati tutti i riferimenti a “Gerusalemme ovest”. Una definizione che avrebbe rischiato di trasformarsi in un caso diplomatico. “Gerusalemme è la capitale di Israele: non vi sono Est e Ovest”. In un comunicato congiunto i ministri israeliani dello sport Miri Regev e del turismo Yariv Levin avevano avvertito che se nel sito del Giro d’Italia in Israele non fosse cambiata la dicitura che qualifica come punto di partenza West Jerusalem, il governo israeliano non avrebbe partecipato all’iniziativa. Il finanziamento quindi alle tre tappe del Giro sarebbe stato annullato: “Gerusalemme è una città unita”.
Il quotidiano filo-governativo Israel ha-Yom titola così: “Il Giro in Israele potrebbe essere annullato” e riferisce che anche il ministro per le questioni strategiche si sarebbe interessato alla vicenda. Il giornale precisa che quei ministeri siano giunti alla conclusione che “si tratti di pressioni di elementi filo-palestinesi, che vorrebbero sottolineare che Gerusalemme est non faccia parte di Israele” dal momento che la definizione “Gerusalemme Ovest” alluda all’occupazione del 1967, quando Israele occupò Gerusalemme est.
La scelta degli organizzatori del Giro d’Italia di far partire la corsa dal paese mediorientale è probabilmente legata all’entrata nel mercato israeliano di Enel (uno degli sponsor principali dell’evento sportivo) che ha annunciato il lancio di un hub per le start-up al fine di creare innovazione nel paese.
La partenza della 101esima edizione del Giro d’Italia è in programma per il 4 maggio e per la prima volta è fuori dal continente europeo, con le tre tappe che svolgono in Israele. Proprio in quella data centinaia di organizzazioni per i diritti umani hanno firmato un appello internazionale per invitare il Giro a spostare la partenza da Israele di fronte alle “gravi e crescenti violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani dei palestinesi”. Tra i firmatari dell’appello ci sono il linguista Noam Chomsky, l’attore Moni Ovadia, gli europarlamentari Eleonora Forenza, Curzio Maltese e Sergio Cofferati.