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HomeEconomia Giovedì il Consiglio europeo: servono risposte alla crisi ma non sarà vertice decisivo

Giovedì il Consiglio europeo
servono risposte alla crisi
ma non sarà vertice decisivo

Italia chiede di triplicare i fondi Ue

Di Battista: "Saremo costretti al Mes"

di Giorgio Saracino21 Aprile 2020
21 Aprile 2020

Giovedì potrebbero arrivare le prime risposte su come affrontare la crisi. Perché in videoconferenza si riuniranno i capi di Stato e di Governo dell’Ue, che dovranno far chiarezza su alcuni aspetti della risposta europea alla crisi che la pandemia ha fatto nascere e sta facendo sempre più crescere.

Una riunione in cui probabilmente si appoggerà la decisione presa dall’Eurogruppo, che prevede un piano per la ripresa da 540 miliardi di euro. Un appuntamento in cui quindi non si daranno tutte le risposte sui numeri del prossimo bilancio Ue e su quali strumenti innovativi saranno messi in campo per dare una risposta all’emergenza, se il Recovery fund o i coronabond, perché probabilmente di questo si parlerà in un altro vertice, come riferiscono fonti Ue.

Quello che è certo, è che il prossimo bilancio comunitario settennale “sarà totalmente diverso”. A darne conferma in conferenza stampa è stata ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel: “Sarà più grande di come immaginato. La Germania sarà solidale, ma deve esserlo nella cornice degli attuali Trattati europei”. Un bilancio comunitario che oggi ha un valore di mille miliardi di euro (1 per cento del prodotto interno lordo dell’Unione), e che potrebbe essere raddoppiato, o addirittura aumentato di due volte e mezzo, finanziando – ad esempio – la nuova posta di bilancio raccogliendo denaro sui mercati attraverso la Commissione europea.

In gioco c’è il futuro dell’economia di un continente e il benessere di oltre 500 milioni di cittadini, anche se non tutti sono preoccupati allo stesso modo: Germania, Olanda e i Paesi del Nord sono convinti di potercela fare da soli, aiutati dalle misure prese finora. Mentre Spagna, Italia, Francia e Portogallo ritengono che occorra almeno triplicare lo sforzo europeo, passando dai 500 miliardi messi sul piatto ad una cifra che sia almeno vicina ai 1.500. Una proposta avanzata dalla Francia, la cui idea di base è favorire una ripresa coordinata dell’economia dell’Ue, in linea con gli obiettivi del Green Deal e con la nuova strategia industriale dell’Ue. Il fondo andrebbe quindi a finanziare i progetti legati alla transizione energetica, all’economia circolare e al digitale, e il suo finanziamento passerebbe quindi dall’emissione di Eurobond.

Un intendimento confermato dal ministro degli Esteri Luigi di Maio: “Abbiamo un solo vero obiettivo, ambizioso, decisivo. Il Recovery Fund: 1500 miliardi per riaccendere i motori. Tutto il resto è un dibattito limitante. Anche perché è un obiettivo possibile, nessun Paese ha una posizione granitica”. E sul tema torna a parlare l’ex deputato Alessandro Di Battista: “Il punto è che la contrazione del Pil alla quale andremo incontro e l’aumento del debito pubblico che oggi l’Ue ”generosamente” ci concede ci porterà verso una spirale dalla quale sarà possibile uscire solo attivando, in futuro, strumenti come il Mes con fortissime condizionalità”, Secondo l’esponente Cinque Stelle il rapporto debito-Pil, che vede l’Italia molto più esposta dei partner europei, spingerà il Paese “nella spirale dell’austerità”.

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