Esattamente un anno fa, alle 20.23, davanti a una Piazza san Pietro stracolma di fedeli veniva annunciato al mondo intero il nome del nuovo papa: Francesco.
Un Papa che ad un anno dal suo pontificato si autodefinisce un “uomo normale” e vescovo di Roma, che va a saldare personalmente il conto del suo albergo e va tramquillamente in pulmino con gli altri cardinali. Un Papa che con il suo stile è già entrato nella vita delle persone, abbattendo ogni distanza e conquistando tutti: bambini, giovani e anziani di tutto il mondo.
Del suo primo anno di pontificato ne abbiamo parlato con Giovanna Chirri, vaticanista Ansa, che fu tra i primi giornalisti a dare la notizia delle dimissioni di papa Benedetto, dimissioni che aprirono la strada al nuovo Pontefice.
Dalle dimissioni di Papa Benedetto all’elezione di Papa Francesco: come ha vissuto, da vaticanista questo primo anno di pontificato alla cattedra di Pietro?
“Sotto il motto di Papa Francesco che dice che la “realtà è più interessante dell’idea”. Quest’anno ogni idea ha superato l’immaginazione, a partire dalla rinuncia di papa Benedetto fino a questo pontificato ancora trionfante e di estremo interesse. Un pontificato che dovrebbe portare grandi cambiamenti alla Chiesa. Quindi, l’ho vissuto come un regalo perché dopo tanti anni che stavo qui in Vaticano e dove pensavo di aver visto tutto e di non dover vedere più niente”.
Secondo lei è cambiato il mondo dei media dall’elezione di Papa Francesco? Se sì, in che modo? “Il mio Papa” è il primo periodico al mondo interamente dedicato a papa Francesco: un papa che in poco tempo ha conquistato il mondo grazie alla sua personalità. Quali sono i punti di forza che lo rendono così amato?
“E’ cambiata la percezione. Per papa Benedetto, da parte dei media non c’era stato mai un grande interesse per le vicende del suo pontificato. Con papa Francesco anche le testate di alcuni paesi che non si sono mai interessate al pontificato o che avevano smesso di interessarsene, ora tornano ad occuparsi di Vaticano e del Papa. Il fatto che questo settimanale sia italiano, ha in un certo senso cambiato anche il contributo che l’informazione italiana può trasmettere: dare grande attenzione a un papa può essere più importante che non occuparsi della cronaca spicciola”.
Ha detto Bergoglio: «Benedetto XVI è un’istituzione, non una statua in un museo. La sua saggezza è un dono di Dio». L’incontro con Papa Benedetto è sicuramente uno degli incontri più belli che papa Francesco ci ha regalato. Che pensa di questo rapporto fraterno?
“E’ un rapporto molto bello anche visto dall’esterno. Nell’intervista a De Bortoli, Papa Francesco ha spiegato che sono stati “due papi insieme” a decidere che Benedetto non facesse una vita di clausura ma che intervenisse con scritti e partecipazione agli eventi pubblici (lo è stato per il Concistoro e lo sarà per la Canonizzazione). Una scelta molto saggia da parte di Papa Francesco quella di accettare la vicinanza e il consiglio di una grande persona che ha fatto tanto per la Chiesa. Dall’altra parte credo che sia una cosa bella anche per Papa Benedetto perché continua a mantenere una dimensione pubblica.”
Lei segue in prima persona Papa Francesco. Le chiedo tre parole per descrivere questo pontificato.
“Prossimità, misericordia perché è un tempo in cui tutti ne abbiamo bisogno. E infine governo, perché lui è un grandissimo uomo di governo e penso che potrà fare tante cose per la Chiesa oltre quelle che ha già fatto in questo suo primo anno”.
Carlotta Dessì