Gli investigatori sono in attesa dei risultati dell’autopsia per capire cosa è successo nella notte tra l’otto e il nove maggio nell’appartamento in via Raffaele Caverni a Roma, dove ha perso la vita una minorenne in fuga da una comunità.
L’ultima persona a vedere viva la ragazza è stata il proprietario dell’appartamento, lo stesso a rinvenire il cadavere e ad allertare la polizia. L’uomo, 44enne di origini baresi, ha dichiarato agli inquirenti di aver conosciuto la ragazza nei pressi della stazione Termini nella serata dell’8 maggio, e di aver poi passato con lei la notte nel proprio appartamento.
L’identificazione del cadavere, privo di documenti e senza apparenti segni di violenza, è stata possibile grazie a un tatuaggio. Si è scoperto così che la ragazza era una diciassettenne – anch’essa di origini pugliesi – fuggita il 7 maggio dalla comunità “il Ponte di San Giordano” a Civitavecchia, cui era stata affidata dai genitori per questioni legate alla droga.
La giovane era arrivata in treno a Termini, da dove avrebbe probabilmente proseguito la sua fuga verso Monopoli, dove si trova la famiglia, o verso Rimini, dove vivrebbe il fidanzato. I Carabinieri di Civitavecchia, diretti dal maggiore Lorenzo Ceccarelli, erano sulle tracce della giovane. Attraverso l’unità cinofila ed i filmati di sorveglianza avevano ricostruito i suoi spostamenti fino all’arrivo alla stazione di Roma.
Gli esami tossicologici aiuteranno a gettare luce sulle cause della morte e stabiliranno se la ragazza era tornata a fare uso di droghe. In caso positivo, ci si dovrà chiedere chi è stato a fornirle le sostanze stupefacenti.
Raffaele Sardella