L’Unione Europea celebra oggi, 9 maggio, la propria festa. La data coincide con la fine della Seconda Guerra Mondiale, successiva alla capitolazione della Germania, il 9 maggio 1945, e sempre un 9 maggio del 1950 Robert Schuman, allora Ministro degli Esteri del governo francese, nella Sala dell’orologio della sede del Quai d’Orsay di Parigi, pronunciava un discorso di prospettiva, proponendo di mettere in comune le risorse del carbone e dell’acciaio di Francia e Germania.
Un accordo economico che rispondeva alla necessità più ampia di porre fine agli attriti tra le due Nazioni e le guerre che ne erano scaturite. E che non casualmente si estese per diventare progetto di unificazione di tutti i Paesi d’Europa, con la mira futura di evitare una tragedia paragonabile ai due giganteschi conflitti mondiali.
Le celebrazioni vengono svolte soprattutto dai grandi d’Europa. In particolare la cancelliera Angela Merkel ha invitato in visita ufficiale il Presidente francese François Hollande, suo ospite sul Baltico per una visita informale che consentirà di riannodare legami che tra Francia e Germania non sono così solidi come in passato. L’incontro, in effetti, avviene in una giornata simbolo per l’Europa, proprio mentre il presidente russo Vladimir Putin si reca nella Crimea appena annessa alla Federazione Russa per le celebrazioni della vittoria del 1945 sulla Germania nazista.
Il momento appare critico visto il successo dei movimenti euroscettici in buona parte degli stati membri dell’Unione, dai partiti di destra di Marie Le Pen in Francia e della sinistra radicale in Grecia, da Giorgia Meloni in Italia fino al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e la Lega di Matteo Salvini, con le elezioni europee che potrebbero portare a risultati negativi per le prospettive europeiste.
Stelio Fergola