ROMA – Il World Radio Day, la giornata mondiale della radio, viene celebrata in tutto il mondo il 13 febbraio. La scelta della data non è assolutamente casuale. Questa ricorrenza, infatti, venne proclamata dai Paesi membri dell’Unesco nel 2011, in ricordo della prima trasmissione radiofonica delle Nazioni Unite, che si tenne nello stesso giorno nel 1946. Secondo l’ONU la radio è la piattaforma per antonomasia dove si dialoga democraticamente ed è il mezzo di comunicazione più diffuso al mondo.
“Radio e Pace”, è il tema di quest’anno. L’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, evidenzia come la radio indipendente rappresenti un pilastro per la prevenzione dei conflitti e la costruzione della pace. “Offre – si legge sul sito delle Nazioni Unite – una metodologia alternativa di prevenzione dei conflitti chiarendo frustrazioni o conflitti di interesse, malintesi e identificando problemi di sfiducia. Questo può aiutare a contrastare l’odio, il desiderio di vendetta o la volontà di imbracciare le armi”. La radio, in sostanza, rappresenta una “piattaforma per il discorso democratico”.
La radio in Italia
La storia di questo mezzo è sicuramente molto lunga. Il primo segnale radio creato da Guglielmo Marconi ha superato l’Atlantico nel 1901. Nel 1924 un regio decreto sanciva che la radio doveva trasmettere notizie, conversazioni, teatro e concerti. La radio ha rappresentato uno strumento importantissimo anche durante la seconda guerra mondiale. Famose le trasmissioni di Radio Londra, che con l’inizio delle ostilità, nel 1939, incrementò le trasmissioni in italiano, raggiungendo la durata di 4 ore e 15 minuti nel 1943. Negli anni 70 arrivano le radio libere, e qui vediamo la nascita di molti canali. La radio ha sicuramente avuto il pregio di evolversi continuamente riuscendo quindi a rimanere al passo con i tempi, e a sopravvivere anche all’avvento della televisione e alle attuali piattaforme di streaming. In Italia sono infatti 33 milioni e 600 mila gli ascoltatori giornalieri in media.