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Giornata mondiale dell’acqua, il Mediterraneo si trasforma: «Avremo un mare di meduse»

di Federico Capurso27 Marzo 2014
27 Marzo 2014

«Il Mediterraneo è il mare che subisce i maggiori cambiamenti al mondo»: ha riferito il professore Riccardo Valentini, docente dell’università della Tuscia, nel corso del convegno sul tema “La gestione sostenibile del Mediterraneo” che si è tenuto all’Accademia dei Lincei, a Roma.
L’incontro ha fatto da overture alla XIV Giornata mondiale dell’acqua, quest’anno dedicata al “rapporto tra energia ed acqua”.
Le trasformazioni avvenute negli ultimi anni nelle acque del Mediterraneo, ha spiegato Valentini, sono frutto di un cambiamento climatico dovuto principalmente alle attività umane e c’è la possibilità che se le emissioni di Co2 non verranno dimezzate nei prossimi anni, si potrebbe assistere a estinzioni di massa della fauna ittica.
Per Ferdinando Boero, professore dell’Università del Salento, i cambiamenti climatici uniti alla pesca intensiva «hanno certamente aiutato a provocare delle trasformazioni innaturali nell’ambiente marino. Basti pensare che di 100 nuove specie marine introdotte nel Mediterraneo negli ultimi 20 anni, 98 sono tropicali. E tra di loro, anche alcune meduse».
Il “problema meduse” viene generalmente sottostimato. O considerato, nel peggiore dei casi, solo come un fastidio per i bagni estivi. Stiamo però «passando da un mare pieno di pesci ad un mare pieno di meduse», ha dichiarato Boero. «Questo accade in tutti i mari e negli oceani, stiamo decimando le specie di pesci, e le meduse – prosegue – occupano lo spazio biologico lasciato libero».
«A inizio anno» ha continuato Boero «è stata persino scoperta, nel golfo di Venezia, una nuova specie di medusa», battezzata Pelagia Benovic in ricordo del celebre biologo marino croato Adam Benovic, e mai classificata prima d’ora. «Probabilmente arrivata fin qui con l’acqua di zavorra che una nave ha caricato in qualche mare e poi scaricato nel lido», ha aggiunto. Tutto ciò, costituisce un nuovo pericolo. È probabile infatti che la nuova colonia diventi in breve tempo consistente e «fra non molto potremo constatare quali danni ambientali provocherà».

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