Sarà allestita al Museo ebraico del ghetto, nel cuore di Bologna, la mostra dal titolo “MICHEL KICHKA. La seconda generazione”, visitabile da venerdì 27 gennaio. Fa parte delle numerose iniziative italiane allestite per la ricorrenza della giorno della memoria. A raccontare la Shoah è l’illustratore islaeliano, con una prima assoluta dei suoi disegni, frutto di dieci anni di lavoro. Il protagonista dell’opera è il padre dell’autore, uno dei pochi sopravvissuti al campo di concentramento di Auschwitz, che attraverso le sue vicende esprime la sofferenza nei gesti quotidiani. Michel Kichka si trova così a raccontare il suo Olocausto di seconda generazione, attraverso il vissuto del padre e i suoi occhi di bambino, fatti di silenzi e di paure. Una mostra delicata e ricca di carica emotiva, visitabile fino all’8 marzo.
Tra le iniziative cinematografiche spicca invece “Austerlitz”, il docufilm in uscita il 25 gennaio e firmato dal regista l’ucraino Sergei Loznitsa. Il cortometraggio, girato nel campo di concentramento di Sachsenhausen, a 35 chilometri da Berlino, è una sequenza di piani in campo fisso che raccolgono, come in una time-lapse, il flusso di turisti che lo visitano. Tutti in bianco e nero. L’idea è quella di rispondere alla domanda: “È possibile celebrare la memoria dell’Olocausto nell’epoca del turismo di massa?” Non c’è voce recitante, perché il racconto è affidato al sottofondo dei turisti che sgranocchiano noccioline, allestiscono pic-nic e scherzano tra un selfie e l’altro. Il tutto si svolge tra le baracche del campo in cui furono uccisi 30.000 ebrei. Il risultato è stridente, senza ombra di dubbio quello sperato. “Quando visitai il campo, fu un’esperienza molto bizzarra – racconta il regista – Provavo disagio nello stare in quel luogo, senza sapere come comportarmi.” Le guide turistiche forniscono informazioni precisissime sulle tecniche di massacro, ma non c’è alcuno spazio per la riflessione e la preghiera.
Un’idea simile è quella che ha dato vita a “YOLOCAUST”, il progetto fotografico dell’autore satirico tedesco-israeliano Shahak Shapira. In risposta al turismo macabro ha deciso di rispondere estrapolando dai social foto di turisti presso il memoriale dell’Olocausto di Berlino e modificandole con Photoshop. Il risultato è stato l’accostamento di pose spiritose e felici dei turisti, calate nel contesto originario di quei luoghi. Il progetto, pubblicato sul sito http://yolocaust.de/, si propone di rendere le persone consapevoli della orribile vicenda che ha portato ad erigere questo memoriale. “Sta a voi decidere come comportarvi nelle vicinanze di un monumento che rappresenta la morte di sei milioni di persone,” ha affermato Shapira.