ROMA – Sono molti i movimenti vicini alla causa palestinese che, nei giorni scorsi – paragonando quanto sta accadendo a Gaza all’Olocausto – avevano annunciato l’intenzione di scendere in piazza il 27 gennaio in occasione delle celebrazioni del Giorno della Memoria. Per questa ragione il capo della polizia Vittoria Pisani, in una circolare del Dipartimento di pubblica sicurezza, ha chiesto ai questori di “valutare” il “rinvio alla giornata successiva o ad altra giornata” delle “iniziative organizzate a sostegno della causa palestinese” al fine di non svalutare il significato attribuito alla Giornata della Memoria. A preoccupare il Viminale sono soprattutto i rischi per l’ordine pubblico: la Digos, infatti, è pronta a intervenire con le prescrizioni qualora i promotori si rifiutassero di posticipare i cortei.
Una misura che, tuttavia, potrebbe risultare insufficiente a scoraggiare i manifestanti. Motivo per cui il Dipartimento di Ps evidenzia che i questori dovranno predisporre “idonee misure di prevenzione e sicurezza”, prevedendo “dispositivi di ordine pubblico adeguati a fronteggiare eventuali azioni promosse in violazione dei provvedimenti”. A queste misure si dovrà accompagnare anche un’attenta attività di vigilanza “per cogliere eventuali segnali di contestazioni o di possibili turbative”.
La linea del Viminale incontra il plauso di Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica romana, che, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’ha definita “una decisione giusta”. “È stato evitato un grave oltraggio” ha sottolineato, aggiungendo che la scelta del 27 gennaio per la manifestazione “era una decisione evidentemente provocatoria da parte degli organizzatori”.
Nel frattempo la mattina del 26 gennaio si sono tenute al Quirinale le celebrazioni per il “Giorno della Memoria” . Presenti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i presidenti del Senato e della Camera Ignazio la Russa e Lorenzo Fontana.