ROMA – “Il regime fascista, nel 1928, con le leggi razziali agì crudelmente contro una parte del nostro popolo”. Queste le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto durante la cerimonia al Quirinale per il ricordo della Shoah e delle vittime dell’Olocausto. E si è soffermato su uno dei principi fondamentali della nostra Repubblica: “Di grande significato che la Costituzione volle sancire, all’articolo 3, la pari dignità ed eguaglianza di tutti i cittadini, anche con l’espressione senza distinzione di razza”. Infine il Capo di Stato ha ricordato la volontà dei Costituenti: “Separare la nuova Italia da quella razzista, per ribadire mai più”.
“Negazionismo subdolo sui social”
In altri passaggi durante il suo discorso al Palazzo del Quirinale, il presidente Mattarella al Palazzo del Quirinale ha parlato della conservazione dei principi fondamentali della nostra Costituzione attaccati da: “L’uso distorto dei social che ha alimentato un negazionismo subdolo e insidioso” e del ricordo delle sofferenze dei deportati italiani: “Auschwitz nasce su tossine letali e istinti brutali. Il “No” di molti a Salò fu un riscatto morale”.
La cerimonia al Quirinale
La commemorazione è stata condotta dall’attore Andrea Pennacchi, che ha letto brani di Primo Levi, Grossman e Wiernik. Presenti alla cerimonia i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, la premier Giorgia Meloni e i ministri degli Esteri e della Difesa, Antonio Tajani e Guido Crosetto. Tra gli altri partecipanti anche il titolare del Viminale Matteo Piantedosi e il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
Meloni: “Shoah? Abisso dell’umanità”
In un messaggio la premier Giorgia Meloni si è unita al ricordo per la Giornata della Memoria: “La Shoah rappresenta l’abisso dell’umanità. Un male che ha toccato in profondità anche la nostra Nazione con l’infamia delle leggi razziali del 1938” e ha ribadito l’onere che cittadini e istituzioni devono portare avanti: “Nostro dovere fare in modo che la memoria di quei fatti e di ciò che è successo non si riduca ad un mero esercizio di stile”.