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Giornalisti sportivi messi in castigo dalle società di calcio. Prime sanzioni per Catania e Grosseto

di Gianluca Natoli19 Luglio 2013
19 Luglio 2013

Chi pensa che la censura sia morta e sepolta con la fine della seconda guerra mondiale si sbaglia di grosso. Sono recenti, e fanno scalpore, diversi casi di giornalisti sportivi non ammessi da alcune società di calcio nei propri impianti. La pena da espiare per loro è quella di non essersi dimostrati troppo “teneri” nei propri articoli con i club.
Il caso Ramazzotti. Ad Andrea Ramazzotti, giornalista del Corriere dello Sport, è stato impedito di accedere al ritiro del Napoli a Dimaro (TN). In risposta alle proteste del Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisiti, Enzo Iacopino, è intervenuto il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis. Secondo il numero 1 azzurro, la decisione di impedire a Ramazzoti di seguire il ritiro del Napoli non rappresenta alcuna ritorsione diretta nei confronti del giornalista. Piuttosto, sarebbe una “divergenza di visione imprenditoriale (tra De Laurentiis e la proprietà del giornale sportivo romano) ad aver spinto la società partenopea verso l’interruzione di qualsiasi forma di rapporto con il Corriere dello Sport. Una grave lesione del diritto di cronaca, che tuttavia in casa Napoli trova dei precedenti. Roberto Ventre, giornalista del Mattino, si è visto ritirare l’accredito, incontrando seri problemi nello svolgimento della sua attività professionale. “Non è il primo tentativo – afferma Guido D’Ubaldo, coordinatore del gruppo di giornalismo sportivo dell’Ordine – di mettere il bavaglio ai giornalisti sportivi, da parte di autorevoli dirigenti di società calcistiche. Riteniamo che un giornalista non debba far felice il potente di turno, ma raccontare ciò che succede. Il giornalista risponde alla propria coscienza, al direttore del giornale, ai lettori. Non ai presidenti di un club”.
Grosseto e Catania sanzionate. In attesa che la Federazione Italiana Gioco Calcio si pronunci sulle vicenda di Ramazzotti e di Ventre legate al Napoli, sono arrivate di recente le sanzioni da parte della Commissione disciplinare Nazionale della Figc nei confronti del Grosseto Football Club e del Catania Calcio. Decisive le pressioni dell’Ordine dei Giornalisti e dei sindacati di categoria. Il presidente della società toscana (retrocessa quest’anno nella Prima Divisione della Lega Pro), Piero Camilli, è stato inibito per un mese con l’ammenda ulteriore di 1500 euro per violazione del regolamento che disciplina il rapporto tra le Società calcistiche e gli organi di informazione. In particolare, ai giornalisti Carlo Pellegrino, Matteo Alfieri, Giancarlo Mallarini e al fotografo Fiorenzo Linicchi è stato revocato l’accredito per l’accesso alla tribuna stampa nelle gare del campionato scorso di Serie B, perché colpevoli di aver pubblicato articoli e foto non graditi a Camilli. Anche a Catania è stato impedito per quasi un anno (da luglio 2007 a maggio 2008) il diritto di cronaca di un giornalista della Gazzetta dello Sport, Alessio D’Urso. Gli articoli del giornalista, poco graditi alla società siciliana, sono costati un’ammenda di diecimila euro e due mesi di inibizione per il diesse del Catania Pietro Lo Monaco (dirigente ai tempi dei fatti accaduti). Per nove mesi, si legge in un comunicato della Figc, a D’Urso è stato negato l’accesso in Tribuna Stampa, in Sala Stampa e nella mixzone dello stadio “Massimino” di Catania.

Gianluca Natoli

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