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Giorgio Lattanzi presidente
della Corte Costituzionale
fino a dicembre 2019

Lattanzi: "Preoccupato per il razzismo"

Tramonta l'ipotesi della presidenza rosa

di Valerio Del Conte09 Marzo 2018
09 Marzo 2018

Il nuovo presidente della Corte Costituzionale, Giorgio Lattanzi, durante la conferenza stampa, Roma, 8 marzo 2018. ANSA/ETTORE FERRARI

La Corte Costituzionale ha un nuovo presidente, che rimarrà in carica fino al dicembre 2019. Si tratta del magistrato Giorgio Lattanzi, romano, classe 1939, nella Consulta dal 2010. Eletto dal collegio con 12 voti e una scheda bianca (a causa dell’assenza del giudice Amato), Lattanzi prende il posto di Paolo Grossi. “I giovani sono interessati – sono state le sue prime dichiarazioni – forse siamo noi che non siamo in grado di parlare loro. C’è una frattura nel Paese tra istituzioni e persone che probabilmente dipende proprio dalle istituzioni che non sanno più parlare, e non so perché, a chi invece vorrebbe ascoltare”.

I nuovi vicepresidenti sono i giudici Aldo Carosi, Marta Cartabia e Mario Morelli. La costituzionalista Cartabia, riconfermata, è dal 2014 la prima vicepresidente donna della Consulta. Sul suo nome si era pensato nei giorni scorsi che potesse concretizzarsi l’ipotesi della prima presidenza “rosa” della Corte costituzionale.

“La Corte – ha affermato il nuovo presidente – ha sentito l’esigenza di uscire dal Palazzo, vuole essere conosciuta e che sia conosciuta la Costituzione e i suoi valori. La mentalità è cambiata, in passato la Corte era stata caratterizzata da una riservatezza che dovrebbe essere la cifra di ogni giudice, che non dovrebbe partecipare al dibattito politico e parlare con le sentenze. Questo però non vuol dire chiudersi in se stessi. Caratteristica ormai superata. La Corte ha percepito la necessità di essere trasparente e comunicare se stessa”. Punta quindi sulla comunicazione, il neo presidente che vorrebbe spargere il verbo della Costituzione, affinché gli italiani imparino a conoscerla bene.

Lattanzi si è subito espresso su due temi chiave nell’ultimo periodo, partendo dagli episodi di odio razziale, sempre più frequenti. Ha manifestato preoccupazione riguardo i casi e la loro strumentalizzazione, ma ha messo subito in guardia: “Il termine ‘razza’ deve rimanere nell’articolo 3 della Carta, non perché ci sono le razze, ma perché c’è il razzismo e la Costituzione deve affermare che è intollerabile”. Lattanzi ha poi commentato le polemiche provocate dallo schema di decreto per la riforma dell’ordinamento penitenziario: “La pena – ha spiegato – non è solo la reclusione in carcere. C’è anche la pena pecuniaria. E ci sono le misure alternative che sono anch’esse pene, anche se con caratteristiche diverse dal carcere”.

Sono arrivate presto le congratulazioni del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha espresso i propri auguri attraverso una nota: “Il prestigioso e impegnativo incarico che Giorgio Lattanzi si accinge a ricoprire premia le sue elevate doti personali, le riconosciute qualità di eminente giurista, la preziosa e attenta cura da lui riservata alla difesa dei principi sanciti nella nostra Carta Costituzionale, nonché l’unanime apprezzamento per il servizio reso alla giustizia nelle diverse funzioni svolte nel corso della sua carriera di magistrato, anche presso il dicastero di Via Arenula. A lui vanno i miei più sentiti auguri di buon lavoro. E al presidente uscente Paolo Grossi il mio sentito ringraziamento per il servizio svolto al vertice della Corte”.

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