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Gioia Tauro, trasbordo di agenti chimici: operazione perfettamente riuscita

di Nicola Maria Stacchietti03 Luglio 2014
03 Luglio 2014

Cape RayLa Cape Ray, nave statunitense arrivata al porto di Gioia Tauro due giorni fa, è salpata ieri, dopo aver caricato dal cargo danese Ark Futura 800 tonnellate di agenti chimici provenienti dalla Siria, e ora pronti per essere smaltiti. Le delicate operazioni di trasbordo sono durate appena dodici ore, e tutto si è concluso per il meglio, con i 78 container (3 di iprite e 75 di un precursore del sarin) trasferiti sulla nave americana senza complicazioni.
Esprime giudizio positivo il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti: “Quella di Gioia Tauro è stata la scelta giusta, oggi il paese lo ha dimostrato”. Nonostante piccole proteste e residenti scettici. L’associazione Sos Mediterraneo ha infatti organizzato un flash mob, a cui per la verità hanno partecipato solo alcune decine di persone, durante il quale sono stati distribuiti di volantini che riportavano: “No trasbordo”.
Ma il ministro Galletti è comunque soddisfatto: “Sono venuto a rappresentare l’orgoglio e l’attenzione del governo ad un’operazione per cui il mondo oggi guarda all’Italia”. Un’operazione che “non è solo tecnica, ma che riafferma il valore della sicurezza e della pace nel mondo”.
Il trasbordo, infatti, rientra nel più generale piano di disarmo della Siria, il piano Opac, al quale partecipano Germania (che smaltirà 370 tonnellate), Gran Bretagna (170), ma anche Usa, Russia, Finlandia, Danimarca, Norvegia e Cina, che tutte insieme hanno raccolto 12 milioni di euro, destinati alla distruzione dell’arsenale chimico di Bashar al Assad. L’Italia ha contribuito con 3 milioni di euro.
Critico invece il sindaco di San Ferdinando, comune adiacente a Gioia Tauro, Domenico Madafferi: “Non abbiamo neppure certezza sul materiale trasportato dalla nave”, dice Madafferi. “C’è chi parla dei gas Iprite e Sarin, dagli effetti mortali, chi addirittura sostiene che il carico comprenda armi intere pronte per l’uso. Ci fanno piovere tutto sulla testa solo perché apparteniamo a una regione povera, non ci hanno neanche comunicato il contenuto della lettera di accompagnamento del carico”, conclude. E fa notare che Norvegia, Francia e Albania hanno rifiutato mesi fa l’operazione svolta ieri a Gioia Tauro.

 Nicola Stacchietti

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