Gli italiani scommettono sempre di più, senza distinzioni tra Nord e Sud. Nel 2019 sono stati giocati più di 110 miliardi, il 3,5% in più rispetto all’anno precedente. Questi dati sono un’anticipazione del prossimo Libro Blu, la pubblicazione annuale che rendiconta il mondo del gioco d’azzardo italiano legale, comprensivi di raccolta, spesa, vincite e incassi erariali. Si tratta di una documentazione prodotta da Agenzia delle Entrate e dei Monopoli.
Lo scorso anno la Raccolta, cioè la somma complessiva di tutte le puntate effettuate nel paese, ha sforato quota 110 miliardi, con un giocato pro capite di 2.180 euro. Gli altri indici del settore sono la Spesa, corrispondente alle perdite dei giocatori e data dalla differenza tra Raccolta e Vincite. L’Erario costituisce l’ammontare totale dell’imposizione fiscale e del differenziale residuale tra Raccolta, Aggi e Vincite dei giochi che entra nelle casse pubbliche.
Nel 2018 l’ammontare della Raccolta era stato inferiore del 3,5%, con 106,8 miliardi giocati. Secondo gli analisti, ad ingrossare gli introiti del gioco d’azzardo è il costante aumento del gioco online, cresciuto già del 70% negli ultimi quattro anni: nel 2018 gli italiani hanno puntato in rete più di 36 miliardi di euro, il 33% del totale. Nel 2016 era “appena” il 22%.
Invece nel 2019 è sceso, seppur di poco, il gioco su rete fisica (locali adibiti all’uso): un calo dell’1,6%, per un ammontare complessivo di 74,1 miliardi euro. Una tendenza diffusa egualmente in tutto il Paese, presumibilmente in favore del gioco on line.
Le regioni con la febbre del gioco (legale) più forte nell’ultimo anno sono state Abruzzo (con un pro capite giocato di 1.770 euro), Lombardia (1.725) e Campania (1.611). Un podio che unisce l’Italia. Le regioni “ più virtuose” sono state Calabria (1.097), Basilicata (1.073) e Valle D’Aosta (879).