Dietro alla piccola bega nata sul Prosecco tra il ministro dello Sviluppo economico Calenda e l’ex sindaco di Londra Boris Johnson si nasconde una polemica più complessa sulla libera circolazione europea dopo la Brexit. La Gran Bretagna vorrebbe continuare ugualmente a usufruire dei benefici economici della Ue invitando gli imprenditori italiani a supportare la sua linea sul tema così da poter continuare a vendere il Prosecco nel loro Paese. «Di fatto Johnson mi ha detto: non voglio la libera circolazione delle persone, ma voglio il mercato unico», ha risposto il ministro Calenda, che pensa sia offensivo chiedere all’Italia una posizione sulla Brexit in base alla vendita del Prosecco.
Il movimento di merci e persone all’interno dell’Unione rimane l’incognita legislativa maggiore nei rapporti bilaterali tra Ue e Londra. «Dire per esempio, potremmo restare all’interno del mercato unico, ma fuori dall’unione doganale, è intellettualmente impossibile – aggiunge il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem – politicamente non realizzabile». Proprio nel momento in cui l’Unione Europea si preoccupa di promuovere una maggiore agevolezza nella libera circolazione delle persone, la Gran Bretagna si tira indietro, volendo però comunque approfittare dei benefici del mercato unico.
Il tema dell’apertura delle frontiere interne all’Ue è più attuale che mai. «Chi chiede controlli permanenti dei confini mette in discussione il benessere in Europa, ma anche la libertà dei suoi cittadini», ha dichiarato Juncker in un’intervista al quotidiano tedesco Dolomiten. «Controlli permanenti dei confini interni costano circa 18 miliardi di euro all’anno», ha aggiunto il presidente della Commissione europea, che ha poi ribadito il bisogno di controlli efficienti dei confini esterni.