CASERTA – Trasmettere i valori che ispirarono il primo martire del fascismo. Con questo obiettivo, alla Reggia di Caserta, presso l’Archivio di Stato, è stata inaugurata il 22 dicembre la mostra itinerante sulla figura di Giacomo Matteotti. Nato dalla collaborazione tra l’omonima fondazione e quella di studi storici “Filippo Turati”, l’esposizione è stata patrocinata dal Consiglio regionale della Campania. “Questa mostra – ha dichiarato Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale – è molto importante per far capire ai giovani da dove veniamo, ma anche per far conoscere la figura di politico completo e sensibile di Matteotti”.
Protagonisti dell’inaugurazione anche i ragazzi dell’Istituto Superiore Francesco Giordani di Caserta, che parteciperanno al concorso storico indetto ogni anno dalla Fondazione sulla figura del politico socialista. “Questa mostra – ha spiegato la direttrice dell’Archivio di Stato Fortunata Manzi – è dedicata soprattutto agli studenti, e vuole loro trasmettere quegli altri valori umani, dall’importanza del bene pubblico alla difesa dei diritti civili alla solidarietà sociale, che caratterizzano l’esponente socialista”.
Nella prima delle due sale allestite per la mostra, che si concluderà il 31 gennaio, si susseguono le immagini della vita privata di Matteotti – in particolare gli scatti familiari con le foto della moglie Velia e dei due figli Giancarlo e Matteo -, mentre nella seconda l’esposizione si concentra sulla figura del Matteotti politico e parlamentare dall’inizio della carriera alla morte nel giugno 1924, dopo il celebre discorso alla Camera sui brogli elettorali e sul clima intimidatorio che avevano contraddistinto le consultazioni dell’aprile di quell’anno.
“La resistenza al Fascismo non nacque dopo il delitto Matteotti – ha spiegato Maurizio Degli Innocenti, presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della morte di Matteotti – ma dai valori che Matteotti portò avanti nella sua vita e nelle sue battaglie parlamentari, in cui fu tra i primi a denunciare le violenze squadriste dei fascisti”.