La Turchia continua la sua polemica contro l’Europa: è frontale lo scontro fra la cancelliera tedesca Angela Merkel ed il Presidente Recep Tayyip Erdogan. Dopo le recenti tensioni con Germania ed Olanda, ad alzare la temperatura arriva la notizia che Ankara processerà il reporter tedesco Deniz Yucel fermato lo scorso 27 febbraio, con accuse di terrorismo. Erdogan, che a febbraio ha compiuto 63 anni, proprio ieri ha definito Yucel «un agente tedesco» e un membro del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), formazione politica bandita dal governo di Ankara.
Il 16 aprile la Turchia sarà chiamata alle urne per un referendum che nelle intenzioni di Erdogan dovrebbe ratificare la decisione di passare al presidenzialismo già presa dal parlamento. Proprio il diniego delle autorità olandesi prima e tedesche poi, di ospitare manifestazioni pro-referendarie per i turchi immigrati nei loro paesi ha fatto infuriare Erdogan, che ora minaccia di perseguire il giornalista Yucel come una sorta di rappresaglia.
La risposta di Berlino non si è fatta attendere: in una nota ufficiale, il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel ha affermato “siamo tolleranti ma non siamo certo stupidi, e questo è il motivo per cui ho fatto sapere molto chiaramente al mio omologo turco che è stato oltrepassato il limite”.
Dubbi istituzionali vengono anche dall’area scandinava: il ministro degli Esteri danese, Anders Samuelsen, ha reso noto di aver convocato l’ambasciatore turco. Il motivo è la richiesta di spiegazioni su presunte minacce nei confronti di alcuni cittadini con doppia cittadinanza: i media danesi avrebbero infatti avuto notizia di alcuni cittadini turco-danesi minacciati di una denuncia per “alto tradimento”, a causa di commenti anti-Erdogan sui social media.