BERLINO – La crescita dell’economia della Germania procede a passo lento. Il Pil tedesco nel terzo trimestre 2024 ha registrato un aumento dello 0,1%, rispetto ai tre mesi precedenti. A comunicarlo è l’Ufficio statistico federale tedesco Destatis nella sua lettura definitiva. Gli indici di crescita deludenti prevedono un debole rialzo del settore manifatturiero, che compensa il crollo dei servizi.
Una scalata in affanno che lotta per scongiurare l’entrata nel secondo anno consecutivo in recessione, dopo la flessione del -0,3% del 2023. Le preoccupazioni riguardano anche i bilanci dei paesi dell’Unione europea, prima l’Italia, sui quali la principale economia dell’eurozona incide sulle potenzialità di sviluppo.
Il settore più in crisi è quello industriale. Le aziende rivendicano riforme e soffrono l’incremento dei prezzi dell’energia, gli impedimenti della burocrazia e la carenza di lavoratori qualificati. Caso esemplare è il mercato dell’auto tedesca, che ha investito prima Volkswagen, ma anche Mercedes e Ford che hanno annunciato tagli di posti di lavoro.
Tra le cause di questo arretramento Geraldine Dany-Knedlik, dell’Istituto tedesco per la ricerca economica (Diw), intravede anche ruolo di un cambiamento strutturale che sta affrontando la Germania: “La decarbonizzazione, la digitalizzazione, il cambiamento demografico e probabilmente anche una maggiore concorrenza da parte delle aziende cinesi hanno innescato processi di aggiustamento strutturale che stanno smorzando le prospettive di crescita”, ha spiegato.
Un peso rilevante nella frenata dell’economia lo assume anche l’attuale crisi politica, che ha bloccato la coalizione semaforo, con il congedo del ministro delle Finanze e leader dei Liberali, Christian Lindner. L’incertezza dell’azione di governo ha sviluppato un clima di sfiducia tra i cittadini e le imprese tedesche. La mancanza di una bussola di politica economica rende difficile una pianificazione strategica per affrontare un difficile contesto economico e geopolitico.