Lo Stato americano della Georgia ha giustiziato questa notte – le 6.30 di mattina in Italia – la 47enne Kelly Renee Gissendaner, riconosciuta colpevole, in qualità di mandante, dell’omicidio del marito. Si tratta della prima donna condannata a morte e uccisa in Georgia dai tempi della Seconda guerra mondiale.
Respinto l’appello del Papa. Non hanno quindi avuto effetto l’appello alla clemenza di papa Francesco, pronunciato solo pochi giorni fa di fronte al Congresso degli Stati Uniti, e l’accurata lettera del nunzio apostolico negli Usa, mons. Carlo Maria Viganò, alla commissione di ultima istanza della Georgia. La donna è stata giustiziata con un’iniezione letale dopo che l’esecuzione, inizialmente fissata per lo scorso febbraio, era stata rinviata più volte in extremis a seguito di ricorsi legali. Kelly Renee Gissendaner è la 15a donna uccisa negli USA da quando nel 1976 la Corte suprema federale ha riammesso la pena di morte, contro 1.400 uomini. Per lo stesso delitto, è stato invece condannato all’ergastolo Gregory Owen, allora amante della donna, che ha evitato la pena capitale proprio accusando la Gissendaner e potrebbe uscire in libertà condizionata nel 2022.
Prossima esecuzione in Virginia. Giovedì prossimo è prevista invece l’esecuzione del 49enne salvadoregno Alfredo Prieto, riconosciuto colpevole di aver ucciso 12 persone tra il 1988 e il 1992 a cavallo tra California – dove non è prevista la pena di morte – e Virginia. In particolare, nel 1992 ha ucciso tre ventenni in Virginia e una 15enne in California dopo averla stuprata. Prieto è stato giudicato un serial killer ma è affetto da disabilità mentale, pertanto non potrà essere giustiziato senza che la Corte Suprema abbia esaminato un apposito ricorso presentato dai suoi legali. L’ultima esecuzione in Virginia era avvenuta nel 2013.
Alessandro Testa