È un Gentiloni in veste di garante del Governo, quello visto ieri pomeriggio a Domenica In. Il Presidente del Consiglio ha rilasciato una lunga intervista a Pippo Baudo: «L’obiettivo è quello di abbassare le tasse sul lavoro. Vado avanti». Il premier spegne così le polemiche, cercando di salvare il suo esecutivo dagli scandali, che hanno colpito il ministro dello sport Luca Lotti. «La presunzione di innocenza vale anche per lui», ha dichiarato Gentiloni. Parole che confermano la fiducia a Lotti, indagato per rivelazione di segreto di indagine nell’inchiesta Consip.
Priorità al Paese. A Domenica In Gentiloni ha provato a girare l’ostacolo, parlando del futuro dell’esecutivo. Il premier non vuole che il suo governo venga considerato provvisorio e cerca di delineare le linee guida del suo programma politico. «Stiamo lavorando in continuità con il governo precedente. Finora abbiamo affrontato emergenze, ma è il momento di riforme più strutturali», ha affermato il presidente del Consiglio. «Restituire sicurezza e fiducia agli italiani» è questo il Leitmotiv di Gentiloni, che assicura uno sprint sulle «riforme rimaste nel cassetto». Per avviarle il governo ha bisogno di continuità e dalle parole del presidente traspare fiducia: «La scadenza dell’esecutivo è la fine della legislatura». Gentiloni è intervenuto infine sulla vicenda Consip: «È stata utile per ridurre i costi, ma se c’è stata corruzione è grave. La magistratura faccia chiarezza»
Caso Lotti. Il premier ha frenato sulle possibili dimissioni del ministro. Per Gentiloni non ci sono né le novità – l’avviso di garanzia è arrivato a dicembre – né gli elementi validi alla revoca della fiducia. Non sono dello stesso parere gli avversari politici. Il M5s ha presentato una mozione di sfiducia al Senato. È difficile, quasi impossibile che la mozione venga approvata a causa delle posizioni differenti dei partiti. Il no alla sfiducia arriva da Forza Italia. A confermarlo è lo stesso leader degli azzurri Silvio Berlusconi: «Rimango un garantista. Forza Italia non ha mai votato la sfiducia individuale». Sul fronte opposto i sostegni certi alla mozione sono molto bassi: 35 senatori di M5s, 12 della Lega e 8 di SI, a cui potrebbero aggiungersi cinque ex pentastellati oggi nel Gruppo Misto (Mussini, Bignani, Mastrangeli, Simeoni, Vacciano).