Dopo la sosta natalizia riparte la serie A e a scaldare gli animi del 20esimo turno di campionato ci pensa la protesta dei tifosi del Genoa, che con alcuni striscioni hanno manifestato il loro disappunto sulla decisione della Lega di anticipare la partita contro il Milan alle ore 15 di lunedì per motivi di ordine pubblico.
Un primo striscione è stato affisso all’ingresso della tribuna dello stadio Marassi e recita: «Se l’ordine pubblico volete tutelare non dovete provocare». Più colorito il gioco di parole in quello collocato all’uscita del casello autostradale di Genova Nervi: «Avete rotto il ca…lcio».
Il match di lunedì non è una partita qualsiasi: non tanto per le trattative di mercato legate all’attaccante genoano Piatek, prossimo a vestire la maglia del Milan, bensì per ciò che accadde il 29 gennaio del 1995 prima dell’inizio di Genoa-Milan. In quell’occasione il tifoso rossoblu Claudio Spagnolo morì, pugnalato al cuore da un tifoso milanista.
Allora si fermò lo sport italiano, il Governo garantì un giro di vite contro la violenza con provvedimenti finalizzati a riportare le famiglie negli stadi. I capi ultrà giurarono: “Basta lame, basta infami”. Non sembra essere cambiato molto se si pensa a ciò che accadde neanche un mese fa durante gli scontri prima della partita Inter-Napoli del 26 dicembre, in cui perse la vita il tifoso Daniele Belardinelli.
Proprio la società neroazzurra, dopo i “buu” razzisti dei suoi tifosi contro il giocatore di colore del Napoli Koulibaly, ha lanciato con un spot la campagna anti-razzismo con lo slogan “Brothers Universaly United”.
Un invito a combattere il razzismo con la sua stessa arma, “il buu”, trasformandolo in un messaggio positivo. ”Write it, don’t say it”, ”Scrivilo, non dirlo”, è il messaggio del club nerazzurro.