NEWS ANSA

Sito aggiornato alle 13:20 del 22 novembre 2024

HomeCronaca Genova, contestato Doria : “Sono pronto a dimettermi”. E Renzi promette due miliardi di fondi per il dissesto idrogeologico

Genova, contestato Doria : “Sono pronto a dimettermi”. E Renzi promette due miliardi di fondi per il dissesto idrogeologico

di Silvia Renda13 Ottobre 2014
13 Ottobre 2014

genovaokA Genova si spazza via il fango con le pale e con la rabbia. Nella città è stata dichiarata l’allerta fino alle 24 di oggi  e si continua a ripulire le strade mentre aumenta il numero delle persone sfollate. Otto famiglie si sono aggiunte alle 60 persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni. E sale anche il costo dei danni, stimato, dalle associazioni di categoria, per 300 milioni di euro.
Ma per Genova non è la prima volta sotto il fango. E per le strade, oltre alla risolutezza di chi lavora per ripulire la città, si respira la rabbia e il dolore di un popolo che, dopo l’alluvione del 2011 nella quale avevano perso la vita sei persone, è costretta a piangere un altro morto.

Le contestazioni al sindaco. La domanda che i genovesi si pongono adesso è di chi sia la colpa per quanto accaduto. Il rimpallo delle responsabilità va da chi non ha dato l’allerta in tempo a chi non ha compiuto i lavori necessari per evitare il disastro. E anche se i più attribuiscono la responsabilità alla “burocrazia amministrativa” e alle lungaggini per far partire i lavori per mettere la città in sicurezza dalle esondazioni del Bisagno, le critiche confluiscono contro la persona che in questo momento rappresenta Genova, il sindaco Marco Doria. Il simbolo della “rivoluzione arancione”, che si era presentato alle elezioni come l’uomo nuovo, il non-politico, è stato accolto per le strade dagli insulti e dalle minacce dei suoi concittadini: “Vai a casa” “Verrà il giorno che prenderai schiaffi”. Per riottenere il consenso di una città per l’ennesima volta messa in ginocchio dall’alluvione Doria ha annunciato l’abolizione delle tasse comunali per i cittadini alluvionati e si dichiara pronto a dimettersi nel caso in cui dovesse servire a risolvere i problemi della città, anche se, ha dichiarato in un’intervista alla Stampa, ritiene “un dovere svolgere fino in fondo” il suo ruolo.

 “Non è tempo di passerelle elettorali”. Dopo lo scarica barile delle responsabilità è tempo per i politici di salire sul “palco dei detriti” di Genova. I 5 stelle da Circo Massimo fanno sapere che andranno personalmente ad aiutare i genovesi a spalare il fango dalle strade. Ma i cittadini chiedono un intervento concreto alle istituzioni, in particolare al Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
La risposta del premier è arrivata su Facebook e sono due miliardi di fondi da impiegare per sanare le ferite del dissesto idrogeologico in tutta Italia. Sempre dal social network Renzi polemizza contro i colleghi politici e contro quelle che definisce “passerelle elettorali”: «Adesso tutti a strapparsi le vesti, tutti a indossare la faccia contrita d’ordinanza – scrive -. Ma diciamoci la verità: del dissesto bisogna occuparsi quando non ne parla nessuno non quando ci sono i titoloni in prima pagina che tra poche ore saranno già dimenticati».

 Gli angeli e i demoni del fango. Un pensiero nel suo post su Facebook Renzi lo rivolge anche a chi sta lavorando senza sosta per ripulire la città, i cosiddetti “angeli del fango”, volontari da tutte le parti d’Italia determinati a ridare dignità  a Genova.  “Userò la stessa vostra determinazione per spazzare via il fango della mala burocrazia, dei ritardi, dei cavilli. Potete esserne sicuri”, promette il premier. Ma sempre in quelle stesse strade c’è chi fa “pulizia” in maniera diversa. Non si ferma, infatti, l’attività degli sciacalli. Nella giornata di ieri sono state fermate altre quattro persone, per un totale di quattordici saccheggiatori arrestati, tutti proveniente dall’Est Europa.

Silvia Renda

Ti potrebbe interessare

logo ansa
fondazione roma
Carlo Chianura
Direttore delle testate e dei laboratori
Fabio Zavattaro
Direttore scientifico
@Designed & Developed by Bedig