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Genocidio di Srebrenica, veto della Russia sulla risoluzione Onu

di Renato Paone10 Luglio 2015
10 Luglio 2015

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Veto della Russia sulla bozza di risoluzione presentata al Consiglio di sicurezza Onu e destinata a condannare come genocidio il massacro di Srebrenica, avvenuto l’11 luglio del 1995, giorno in cui le truppe serbe di Ratko Mladic uccisero ottomila uomini e ragazzini musulmani. L’ambasciatore russo all’Onu, Vitaly Churkin, ha definito la bozza «non costruttiva, aggressiva e politicamente motivata».
La Cina, un altro dei membri permanenti del Consiglio, ha deciso di astenersi, così come hanno fatto Nigeria, Angola e Venezuela. In totale dieci Paesi si sono espressi a favore, dopo che il voto sulla risoluzione era stato rimandato per quattro volte da martedì mattina fino a ieri pomeriggio. Inutili i tentativi di Regno Unito e Stati Uniti di persuadere Mosca a non porre il veto.
La scelta di Mosca è piaciuta a Belgrado, come dimostrato dalle parole del presidente serbo, Tomislav Nikolic: «La Russia ha dimostrato di essere un amico vero e sincero della Serbia». Il voto arriva in giorni segnati anche dalle polemiche dopo la pubblicazione di un’inchiesta dell’“Observer”, che ha messo in luce i silenzi e le complicità occidentali nella strage. «La colpa del passato era in sostanza addossata ad un solo popolo», ha riferito Churkin, spiegando che «il nostro voto “contro” non significa tuttavia che siamo sordi alle sofferenze delle vittime di Srebrenica o delle altre aree della Bosnia ed Erzegovina». «C’è stato un genocidio a Srebrenica. Questo è un fatto legale, non un giudizio», la replica del diplomatico britannico Peter Wilson.
«Mostreremo che la Serbia è capace di ammettere che alcuni individui abbiano commesso crimini – ha affermato il premier serbo Aleksandar Vučić- questo è il miglior messaggio di riconciliazione e offre la mano a tutti quelli che vogliono ascoltare il nostro messaggio». Il massacro, e la pulizia etnica in tutta la Bosnia orientale facevano parte del progetto del presidente serbo Slobodan Milosevic di creare un Grande Serbia, con parti della Bosnia e della Croazia. Milosevic, morto in carcere all’Aja, aveva come principale alleato la Russia, con cui l’attuale governo, soprattutto per la comune cultura ortodossa, mantiene ancora rapporti molto forti. Domani Vučić riceverà il cancelliere tedesco, Angela Merkel, in visita nella regione per rafforzare i legami con la Ue e avvicinare le prospettive di adesione, anche della Bosnia.

Renato Paone

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