WASHINGTON – Le sorti di milioni di persone nelle mani di un piccolo gruppo di leader. Può sembrare un paradosso ma, da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco a Gaza, “pace” e “guerra” sono il vero tallone d’Achille delle diplomazie occidentali e mediorientali.
Rubio: “Israele non può permettere ad Hamas di ricostruirsi con la tregua”
L’ultimo in ordine di tempo a spezzare una lancia a favore della ripresa del conflitto armato nella Striscia è stato il segretario di Stato americano Marco Rubio. Per il senatore repubblicano vale la linea minacciata dal presidente Donald Trump e dal primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu: “Non si può permettere a Hamas di ricostruirsi approfittando della tregua” con Tel Aviv. In un’intervista all’emittente americana NewsNation, Rubio ha attaccato Hamas perché, a suo avviso, “continua ad usare le sue reti per introdurre col contrabbando le armi e gli aiuti per sé, per ricostruirsi”. Il capo della diplomazia americana ha anche confermato che, sul processo di rilascio degli ostaggi israeliani da parte di Hamas, Trump “ha perso la pazienza”. “È ora che tornino tutti a casa. Se non rispettano i patti, credo che torneremo a dove eravamo alcuni mesi fa, quando Hamas doveva essere eliminata e gli israeliani dovevano prendersi carico del problema”.
Re di Giordania e Lega Araba: “Inaccettabile rimuovere i palestinesi da Gaza”
Il trasferimento forzato dei palestinesi dai loro territori della Striscia di Gaza e della Cisgiordania è “inaccettabile”. Il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit, non lascia margini di trattativa. Proposta giudicata ancora più irricevibile se si considera che “il mondo arabo ha combattuto questa idea per 100 anni”, ha detto Gheit al World Governments Summit di Dubai. Il piano americano per la ricostruzione di Gaza è stato al centro di un colloquio che il presidente statunitense ha avuto nelle scorse ore con re Abdallah di Giordania. Il sovrano, dapprima apparso più diplomatico nel faccia a faccia con Trump, ha poi affidato a X la sua contrarietà a ogni ipotesi di sfollare i gazawi, definendola “una posizione araba comune”. Immediata la reazione di Rubio: “Per ora, il nostro è l’unico piano”. Se ai Paesi arabi “non piace il piano Trump, se pensano di avere un piano migliore, beh, ci devono spiegare qual è”.
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Netanyahu: “Se sabato Hamas non rilascia gli ostaggi, riprendiamo la guerra”
Dopo oltre quattro ore di riunione con il suo esecutivo, il primo ministro Netanyahu ha indicato la strada che intende intraprendere nei prossimi giorni: “Se Hamas non restituisce gli ostaggi entro sabato a mezzogiorno, il cessate il fuoco verrà interrotto e l’Idf tornerà a combattere intensamente”. Subito dopo è scattata la mobilitazione dei riservisti e il comando meridionale ha iniziato ad elaborare i piani per tornare in battaglia .Netanyahu non ha specificato il numero dei prigionieri che si aspetta rientrino in patria sabato, se cioè i tre concordati in precedenza o tutti quelli ancora in mano ad Hamas, e proprio questa ambiguità ha contribuito ad alzare ulteriormente il livello della tensione.