GERUSALEMME – È arrivata nella notte la notizia della firma dell’accordo per il cessate il fuoco. Dopo giorni di incertezze, i negoziatori di Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar hanno ufficialmente siglato l’intesa. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha riunito il gabinetto politico di sicurezza, in un incontro inizialmente previsto per il 16 gennaio, ma slittato perché “Hamas aveva rinnegato parti dell’accordo”.
L’accordo che spacca il governo israeliano
L’intesa tra Israele e Hamas ha scatenato un terremoto all’interno della Knesset. L’ultradestra è la prima a opporsi. Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich sarebbe pronto a sfiduciare la maggioranza a causa dell’eventuale fine dei combattimenti a seguito del rilascio degli ostaggi. È dello stesso avviso il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir: “Amo il primo ministro Benjamin Netanyahu e mi assicurerò che continui ad essere premier, ma me ne andrò perché l’accordo firmato è disastroso”. Il leader israeliano sembra costretto a promettere di non terminare la guerra per non perdere quei seggi in parlamento che potrebbero costare la perdita della maggioranza.
Il sostegno del G7
I leader del G7 hanno definito la tregua “uno sviluppo significativo, che ha il potenziale per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi rimanenti, facilitare ulteriormente gli aiuti umanitari urgentemente necessari e aprire la strada ai civili per tornare alle loro case e alle loro vite e ricostruirle”. In un comunicato diffuso da Gruppo dei sette si legge: “Appoggiamo pienamente e sosterremo l’accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hamas”. Nonostante questo, rimangono inequivocabili” nella “condanna di Hamas”.
Crosetto: “Aiuti umanitari partiti per Gaza”
L’impegno per sostenere gli abitanti di Gaza prosegue. Dopo l’autorizzazione del ministro della Difesa Guido Crosetto è partita una nave diretta a Cipro con oltre 50 tonnellate di beni di prima necessità. Gli aiuti umanitari, raccolti dalla Confederazione nazionale delle misericordie d’Italia, verranno trasferiti dall’isola alla Palestina: “L’Italia anche in questa occasione dimostra di essere al fianco di chi soffre e continuerà a fare tutto il possibile”.
Anche iI vicepremier Antonio Tajani si è mostrato soddisfatto dell’accordo raggiunto: “Ora in Medio Oriente si può costruire la pace”. Tuttavia, sottolinea che qualora Netanyahu venisse in Italia non verrebbe arrestato, a seguito del mandato di arresto della Cpi, e ribadisce l’esistenza dell’immunità: “Mi pare tutto molto chiaro”.