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HomeEconomia G20, ministri delle finanze discutono di dazi e web tax: “Il commercio è crescita”

G20, ministri delle finanze
discutono di dazi e web tax
"Il commercio è crescita"

Moscovici: "Tasseremo i giganti digitali

indipendentemente dalla nazionalità"

di Giordano Contu21 Marzo 2018
21 Marzo 2018

epa06616268 Argentinian Minister of Finance Nicolas Dujovne (R) and the President of the Central Bank of Argentina Federico Sturzenegger (L) adresses the media after a meeting of the finance ministers and the presidents of the G20 central banks at the Center of Exhibitions and Conventions of Buenos Aires, Argentina, 20 March 2018. The finance ministers and the presidents of the G20 central banks took part in the second and last day of official activities at the Argentinian capital. EPA/David Fernandez

Occorre dialogare sui dazi commerciali, trovare una formula per tassare i giganti della rete e inquadrare le criptovalute. Sono i tre principali temi su cui si sono confrontati ieri i ministri delle finanze seduti al tavolo del G20 a Buenos Aires.

Web Tax. La tassazione dei giganti digitali come Google, Amazon, Facebook e Apple è un tema che oggi genera tensioni tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Ministri e banchieri centrali si sono impegnati a trovare una soluzione entro il 2020. ”Abbiamo compiuto progressi sostanziali in materia di trasparenza fiscale” hanno dichiarato nel comunicato. La proposta fiscale di Bruxelles, invece, vedrà la luce domani. Così Pierre Moscovici, commissario europeo per gli affari economici, è volato in Argentina per rassicurare gli interlocutori oltreoceano. “Non è una misura antiamericana” ha dichiarato. “Stiamo definendo una strategia per la tassazione dei giganti digitali indipendentemente dalla loro nazionalità”.

Nessun riferimento al protezionismo. Durante l’incontro è stato ribadito più volte che il commercio e gli investimenti sono il motore di “crescita produttività, innovazione, creazione di posti di lavoro e sviluppo”. Eppure nel comunicato finale manca una menzione diretta alla lotta contro il protezionismo di Trump. Il G20, si legge nel comunicato, si è limitato a “riconoscere il bisogno di un ulteriore dialogo e azioni” sugli scambi commerciali. Ci sono “differenti punti di vista, ma una consapevolezza comune” ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan a Bloomberg Tv. “Nessuno vince una guerra del commercio. La speranza – ha aggiunto – è che Stati Uniti, Europa e Cina evitino passi falsi. C’è molto da guadagnare dalla liberalizzazione dei servizi”.

In attesa dell’incontro dei capi di Stato e di Governo che si terrà tra il 30 novembre e l’1 dicembre 2018, i lavori sono già nel vivo. E per la prima volta al G20 si è fatto riferimento ai ‘cripto asset’. Non criptovalute. Perché non gli si riconosce lo status di moneta. Il motivo è che sollevano problemi sull’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro o il finanziamento del terrorismo. Tema su cui in futuro si lavorerà a fondo.

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