Non si ruba solo per fame, nelle zone più povere come in quelle con il tasso di disoccupazione maggiore. Questo il dato che emerge da una indagine de Il Sole 24 Ore sui furti nel nostro paese.
Incrociando i dati dei colpi denunciati negli ultimi 3 anni (periodo 2014-2016) forniti dal Ministero dell’interno, con il tasso di disoccupazione per provincia fornito dall’Istat, il quotidiano economico è giunto alla conclusione che “o davvero si è smesso di denunciare chi sottrae del cibo per placare i morsi della fame, oppure sono motivazioni diverse quelle che spingono verso la più elementare forma di violazione della proprietà privata”.
La tabella de Il Sole 24 Ore nel dettaglio
Dall’infografica risulta quindi che il maggior numero di furti nel triennio preso in considerazione li ha subiti la provincia di Rimini nel 2014: dai dati comunicati, risultarono ben 18.328 ladrocini denunciati, con una media di 5.467,80 furti ogni 100.000 abitanti. Il tutto a fronte di un tasso di disoccupazione del 11,08%. Sul fondo delle provincie meno “criminali” d’Italia Sondrio, in Lombardia, che ha registrato nel 2016 1.264 furti, quasi 697 ogni 100.000 abitanti e con un tasso di disoccupazione del 7,21%.
Menzione positiva per Crotone: nel 2016 la provincia calabrese ha registrato, a fronte di una disoccupazione del 28,31% “solo” 1.319 furti, 751 ogni centomila residenti. L’anno precedente, la stessa provincia l’anno precedente ha segnalato 1.479 sottrazioni (846,54/100.000 abitanti) con 31,46% dei cittadini che non avevano un lavoro.
Per quanto riguarda la Capitale, la provincia di Roma ha avuto nel 2014 il numero di ruberie più alto di tutta la regione: ben 180.696 denunce, pari a 4.161,54 colpi ogni 100.000 residenti e l’11,30% di persone senza lavoro.
Sembra quindi inequivocabile la tendenza che le sottrazioni avvengano più di frequente nelle zone benestanti del Belpaese e, conclude l’articolo per “motivazioni diverse dalla necessità di mettere insieme il pranzo con la cena”.