Lo scontro sull’asse Roma-Bruxelles, l’andamento da montagne russe dello spread e le incertezze del governo sulla Manovra hanno provocato un fatto clamoroso. Il Tesoro ha cancellato le aste di titoli a medio-lungo termine previsto per il 13 dicembre. Il Mef precisa che tutte le altre aste del mese di dicembre si svolgeranno regolarmente e spiega l’annullamento con “l’ampia disponibilità di cassa e le ridotte esigenze di finanziamento”. Tuttavia, è impossibile non collegare questa decisione con il fallimentare risultato dell’ultima asta dei Btp.
Lo scorso 21 novembre il Buono del Tesoro, il primo sotto il governo ‘gialloverde’, ha fatto segnare sottoscrizioni per appena 481,3 milioni di euro. L’asta dei Btp Italia ha raccolto in tutto 2,1 miliardi di euro, il secondo risultato peggiore di sempre dopo quello del giugno 2012 con incassi fermi a 1,7 miliardi. In particolare gli investitori istituzionali, quelli ritenuti più solidi, hanno speso soltanto 1,3 miliardi di euro, il numero delle proposte di adesione pervenute ed eseguite è stato pari a 55, per un controvalore emesso pari a 1.300 milioni di euro. Ben lontani dai 7-9 miliardi ipotizzati alla vigilia.
Il deludente risultato dell’asta ha evidenziato la sfiducia degli investitori verso la manovra proposta dal ministro Tria e le prossime prospettive di crescita dell’economia italiana. È inoltre molto forte il rapporto tra la fiducia dei mercati e la tensione con l’Unione europea, che ha bocciato la manovra proposta dall’esecutivo gialloverde e ventilato la procedura d’infrazione. Oggi il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici ha auspicato “soluzioni condivise” e parlato di “porte ancora aperte” per l’Italia. Gli investitori ci sperano.