Buenos Aires, Parigi e poi Roma. Questa la strada che dovevano percorrere per finire poi “sulla strada”, a lavorare. I carabinieri del nucleo investigativo di Frascati hanno fermato 11 persone responsabili di questa tratta di esseri umani, costretti alla prostituzione e indotti alla transizione di genere: venivano portati in una compiacente clinica di Buenos Aires che iniziava una pesante cura ormonale e interventi di chirurgia plastica, proseguiti poi in Italia, dove arrivavano dopo uno scalo, principalmente a Parigi o Amsterdam.
L’organizzazione criminale sarebbe attiva da almeno un decennio. I malcapitati venivano soggiogati ad un capo di zona, detto “Mamà”, venivano privati del proprio passaporto e costretti con la violenza e l’assuefazione alla cocaina a prostituirsi, come e quanto deciso dal capo. I referenti di zona dettavano gli ordini, indicavano gli orari di lavoro e quanto ogni singolo transessuale doveva guadagnare e consegnare. La disubbidienza veniva pagata con dure violenze fisiche e psicologiche: nel corso dell’indagine è stato anche accertato il suicidio di un giovane transessuale che, in pieno tracollo psicologico si è lanciato dall’appartamento di Pomezia dove viveva. L’indagine, infatti, prende avvio dalla denuncia presentata da un giovane argentino, inserito nell’ambiente della prostituzione transessuale del litorale sud di Roma.
Oltre al traffico di esseri umani la banda era coinvolta nel traffico di stupefacenti che venivano forniti ai transessuali ed ai loro clienti. L’operazione, tuttora in corso, vede l’impiego di circa 100 Carabinieri tra le province di Roma e Ascoli Piceno.
Nicola Stacchietti