Un invito alla vita semplice: questa la base del discorso pronunciato ieri mattina dal Pontefice ai nuovi cardinali, con i quali Papa Francesco è entrato in processione dopo la nomina al Concistoro di sabato, al quale aveva partecipato anche il “Papa emerito” Benedetto XVI (la cerimonia, per la prima volta nella storia, aveva registrato la presenza dei due papi pubblicamente). I 18 “artigiani della pace” (come li ha definiti Bergoglio) sono stati ammoniti sull’importanza dell’amore incondizionato quale guida indiscutibile della condotta di un servo della Chiesa, sull’importanza della misericordia nella vita cristiana, sul bando delle rivalità e delle competizioni, e sulla necessità di vivere il ministero senza tentazioni “cortigiane”.
“La Chiesa non è una corte – ha dichiarato Bergoglio – evitiamo chiacchiere, intrighi e stili di vita inappropriati. La nostra ispirazione dev’essere Cristo.”
Grande fermezza sul tema evangelico dell’amore: “Dobbiamo voler bene ai nostri nemici, aiutare chi sparla di noi, salutare col sorriso chi forse non lo merita”. Un chiaro riferimento al Vangelo di domenica, di cui un passo recita testualmente “Se amerete solo chi vi contraccambia, quale merito ne ricaverete?”
“Siate Santi: è necessario per la salvezza del mondo”, ha proseguito il Pontefice, “può sembrare una meta impossibile a noi così orgogliosi ed egoisti, ma lo Spirito Santo ci può cambiare, far maturare, plasmare giorno per giorno”.
Poi l’esortazione finale: “Cari fratelli cardinali, rimaniamo uniti in Cristo e tra di noi! Vi chiedo di starmi vicino, con la preghiera, il consiglio, la collaborazione”.
Alla cerimonia avrebbe dovuto partecipare anche un diciannovesimo cardinale, Loris Capovilla (98 anni) assente per motivi di età e salute.
Stelio Fergola
