“L’importanza della memoria”. E’ questa una delle principali riflessioni scaturite ieri, 18 marzo, in occasione dell’incontro “1944-2014: le Fosse Ardeatine 70 anni dopo”, evento organizzato dall’associazione culturale “Arte in memoria” e dall’“Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla resistenza” (Irsifar), e ospitato dalla Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani a Roma, con il patrocinio del Senato della Repubblica. Presenti all’incontro il Sindaco di Roma Ignazio Marino, il Presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, il Presidente dell’Associazione familiari delle vittime delle Fosse Ardeatine Rosetta Stame, nonché il Presidente Nazionale ANPI Carlo Smuraglia, il Presidente della Commissione Difesa del Senato Nicola Latorre e il Sottosegretario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Francesca Barracciu.
“L’eccidio delle Fosse Ardeatine – ha sottolineato il presidente del Senato Pietro Grasso in apertura del convegno – costituisce l’emblema della barbarie e della disumanità con cui l’occupazione nazista ha marchiato la città di Roma”. A sei giorni dall’anniversario della strage del 24 marzo 1944, quando il comando tedesco massacrò 335 detenuti, tra italiani, ebrei e prigionieri politici, la conferenza di Palazzo Giustiniani è stata l’occasione per esortare le vecchie e le nuove generazioni a non spegnere la memoria di quello che è stato uno dei capitoli più bui della storia contemporanea. Una memoria che può sopravvivere nella coscienza civile se si presta attenzione al contesto storico della Seconda guerra mondiale, così come al mausoleo costruito alle Fosse Ardeatine in ricordo delle vittime.
“In questi 70 anni – ha dichiarato la direttrice dell’Irsifar Annabella Gioia – diversi sono stati i modi in cui le vittime dell’eccidio sono state dimenticate, ma il mausoleo ci aiuta a mantenere indelebile la memoria e ci costringe a ricordare cosa è accaduto 70 anni fa”. E questo perché quel mausoleo, nelle parole dell’architetto e storica dell’arte Adachiara Zevi – autrice del libro “Monumenti per difetto” – costituisce “un punto e a capo sulla storia dei mausolei e dei memoriali”. “Il Mausoleo delle Fosse Ardeatine è il primo monumento ad essere concepito come percorso dinamico da agire, anziché come oggetto statico da contemplare – ha spiegato Zevi – ogni suo elemento è una tappa di quella storia”. Entrare nel mausoleo equivale perciò a ripercorrere “il tragitto seguito dalle vittime” nel giorno in cui furono massacrate.
“E’ doveroso ricordare, con un’opportuna riflessione storica, una vicenda orribile in quel gigantesco orrore che fu la Seconda guerra mondiale – ha concluso nel suo intervento il senatore Nicola Latorre – per evitare che nascano nuovi assolutismi e affinché restino vive le tracce fisse di quella strage”.
Alessandra Aurilia