Sono al secondo giorno i lavori dell’11° Forum internazionale dell’informazione per la salvaguardia della natura. Sfamare il mondo: alimentazione, agricoltura e ambiente è il sottotitolo della maratona di quattro giorni promossa dall’associazione Greenaccord e ospitata dall’università di Napoli Suor Orsola Benincasa. La manifestazione rappresenta innanzitutto un momento di incontro tra i giornalisti e alcuni tra i maggiori esperti mondiali di tematiche ambientali per poter formare e informare in modo più preciso e consapevole. La biodiversità in agricoltura è stato il tema caldo della sessione di lavoro mattutina. Il dibattito, moderato dal giornalista del Tg3 Nicola Muccillo, ha impegnato particolarmente Stafano Padulosi, membro dell’associazione Bioversity International:research for develpment in agricultural and forestbiodiversity. Il professor Padulosi, entrato a far parte dell’associazione nel 1993, è uno dei maggiori esperti nel campo della biodiversità. E’ stato coordinatore di alcuni progetti in Asia centro-orientale e in nord Africa e attualmente coordina un progetto internazionale finanziato dall’IFAD (International Fund for Agricultural Development) in Bolivia Nepal e India.
Cosa si intende per biodiversità in agricoltura?
La biodiversità in agricoltura è costituita da migliaia di colture e un numero incalcolabile di varietà che utilizziamo per l’alimentazione e per tanti altri usi anche industriali. Possiamo includere in questa categoria la microflora utile in molti processi produttivi e infine gli agenti impollinatori indispensabili per l’intero ecosistema.
Come definirebbe la situazione italiana dal punto di vista legislativo e culturale?
Credo che il nostro paese sia avanti per quanto riguarda la valorizzazione delle colture tradizionali. Da questo punto di vista l’Italia può competere con paesi con grandi estensioni territoriali come l’America, l’Australia, il Canada, dove le colture sono impiantate su larga scala. L’Italia quindi deve necessariamente continuare a valorizzare il prodotto tipico e a salvaguardare determinate colture “regionali” spesso autoctone. Fondamentale è l’impegno di alcune Regioni dove si cerca di documentare le varietà presenti sul territorio.
Quanto ritiene sia importante lo sviluppo di un giornalismo più qualificato e consapevole riguardo questi temi?
È fondamentale. I giornalisti sono attori importanti per il nostro scopo finale: aumentare la consapevolezza nell’opinione pubblica del valore della biodiversità nella nostra vita. Il futuro della sicurezza alimentare del nostro pianeta dipende dalla biodiversità non solo per un discorso di quantità ma di qualità. La fame non è solodi carboidrati ma è anche fame di zinco, ferro, e altri elementi quella che noi definiamo “fame nascosta” ed è per questo motivo chela biodiversità salverà il pianeta.
Cesare Bifulco